Niente scuola e sfruttamento nei campi per i bambini di Vittoria. Il triste dato emerso dalla indagine di Save the Children

Un’indagine condotta da Save the Children ha rivelato che 336.000 bambini e adolescenti italiani tra i 7 e i 15 anni, pari al 6,8% della popolazione di questa fascia d’età, hanno avuto esperienze di lavoro in bar, ristoranti, negozi, campagne e cantieri. L’indagine ha esaminato diverse aree del paese, e ha rilevato una diffusa condizione di sfruttamento lavorativo a scapito soprattutto di minori migranti, per lo più provenienti dalla Romania e dal Nord Africa, impiegati nel lavoro agricolo. In particolare, a Vittoria, sono emerse situazioni di sfruttamento lavorativo di minori migranti in agricoltura e la presenza di famiglie migranti che vivono fuori dal centro urbano e che si trovano escluse dall’accesso ai servizi primari come quelli abitativi, sanitari ed educativi.

I dato mersi dalla ricerca

La ricerca ha evidenziato un circolo vizioso che lega il fenomeno del lavoro minorile alla dispersione scolastica e alla giustizia minorile, spingendo all’urgenza di considerare non solo il minore ma il nucleo familiare disagiato. L’investimento nei servizi di collegamento per le zone periferiche distanti dalle scuole e una radicale ripensamento delle pedagogie e dei modelli di relazione educativa sono necessari per contrastare la discontinuità e riabilitare una scuola spesso percepita dai ragazzi dei quartieri difficili come “una gabbia da cui si fugge”.

Le ragioni del fenomeno

L’indagine ha anche esaminato le ragioni per cui i giovani rinunciano alla scuola o rimangono fuori dal contesto scolastico e lavorativo. Il metodo di ricerca “tra pari” è stato utilizzato per porre 40 interviste a un campione di ragazzi di quattro città italiane, tra cui Palermo. È emerso che a Palermo sono soprattutto le ragazze che sacrificano la propria adolescenza in funzione del lavoro. La necessità di disporre di denaro è un altro aspetto del fenomeno che conduce inevitabilmente a una frammentazione e a una evoluzione dei percorsi lavorativi, come ad esempio il commercio sul web, una forma relativamente nuova di lavoro percepita come più “facile” e meno rischiosa di altre.

In sintesi, l’indagine di Save the Children ha evidenziato la diffusa presenza del lavoro minorile e la necessità di un impegno congiunto per contrastare il fenomeno e garantire ai minori l’accesso ai diritti fondamentali come l’istruzione, la salute e la protezione.

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