DUE PAROLE SULL’ANNATA 2013

 

Anche il 2013, come ogni anno, è stato acclamato come un’ottima annata. Improvvisamente la precedente annata è stata in qualche modo ridimensionata dal confronto con quest’ultima.

L’annata 2012, celebrata a suo tempo come una grande annata, viene oggi vista con un occhio più critico. Certi difetti, come uva colpita da stress idrico, sono venuti a galla.

Come si può allora affrontare un discorso serio sul tema delle annate? Innanzi tutto bisogna tenere presente che una determinata annata, ritenuta eccellente in Sicilia, tanto per fare un esempio, non è detto che lo sia anche in un’altra regione. Anzi, per essere più precisi, non è neanche detto che l’annata sia stata omogenea in tutta la regione. La Sicilia presenta una numerosa varietà di microclimi e ogni microclima incide sul prodotto finale. I vini del palermitano potrebbero presentare difetti climatici, che magari non hanno subito i vini del ragusano.

Va tenuto conto, inoltre, di un altro fattore importantissimo: la tipologia di vitigno. Ogni vitigno, infatti, ha tempi diversi di maturazione. Tenendo conto delle diverse varietà di uva che si coltivano in Sicilia, dobbiamo tenere presente che il periodo della vendemmia in Sicilia inizia a metà agosto e finisce a metà novembre. Un brusco evento meteorologico a settembre, come una grandinata, riguarderà l’uva vendemmiata dopo l’evento, ma non quella antecedente.

Si può comprendere così che i discorsi sull’andamento della vendemmia vanno sempre presi con le dovute cautele e andrebbero, quanto meno, trattate regione per regione, piuttosto che a livello nazionale.

Infine va chiarito il tema del quantitativo prodotto. È un equivoco ragionare nei termini per cui più uva viene prodotta, meglio è l’annata. Prima di tutto va considerato il numero di ettari vitati. Più sono gli ettari vitati, più ovviamente sarà il quantitativo prodotto. Un’altra considerazione va però fatta. A parità di ettari vitati tra due annate diverse, non per forza l’annata che ha maggiormente prodotto è migliore, così come non è vero il contrario. Certo il clima è stato particolarmente amico della fertilità nel 2013, ma la qualità dell’uva è dettata anche da altri fattori. Uno dei primi, che ovviamente non è l’unico, è il controllo delle rese, ossia del quantitativo prodotto. Più uva produrrà la vite, meno concentrato sarà il vino, poiché più acqua possiederà l’uva. Con il termine concentrato, non si intende solo il colore e la consistenza, ma anche il bagaglio olfattivo che sarà meno intenso, poiché diluito dal maggiore quantitativo di acqua presente nell’uva. Anche quest’ultima considerazione non va interpretata in modo assoluto, poiché se la pianta soffre di eccessivo stress idrico, ossia mancanza di acqua, è ovvio che produrrà poco, ma il poco prodotto non sarà assolutamente un prodotto di qualità.

Uva a bacca bianca e a bacca rossa necessitano anche di condizioni climatiche diverse. È quindi possibile che un’annata sia stata buona per i vini bianchi, ma cattiva per i vini rossi. Non solo, anche tra uve dello stesso colore capita che queste possano necessitare di condizioni climatiche diverse, come tra il pinot nero e il nero d’Avola.

Il tema della vendemmia e dell’annata è un tema molto delicato e va affrontato con molta cautela. Certe  previsioni si posso fare, ma vanno prese sempre con le dovute cautele.

Il miglior modo per giudicare una vendemmia è sempre la degustazione del prodotto, possibilmente a due o più anni dalla vendemmia per i vini da grande invecchiamento, a pochi mesi dalla vendemmia per i vini da consumare giovani. Questo perché certi difetti o certi pregi del vino possono non apparire subito in evidenza e necessitare un certo arco di tempo per essere scoperti.(Giuseppe Manenti)

 

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