DOV’È LA CHIESA OGGI? INTERROGATIVO DEL DIRETTORE DI FAMIGLIA CRISTIANA

Un’unica domanda ha accompagnato la conferenza di Don Antonio Sciortino tenuta al Santuario della Madonna delle Grazie a Modica dal Direttore di Famiglia Cristiana venerdì 20 maggio davanti ad un folto pubblico. Dove è la chiesa oggi? E dove è il cristiano oggi? Il prete milanese ha condotto l’uditorio attraverso una lucida disamina di quello che è il quadro attuale della società italiana lasciando in tutti un accorato grido alla collaborazione e alla carità cristiana : “Il momento è dei più difficili – afferma Don Umberto Bonincontro nel presentare Don Sciortino – ma la speranza è una virtù umana”. Sciortino ha iniziato col fotografare la situazione in cui operiamo oggi.

Con tono fermo ma pacato, inizia col riflettere sulla mancanza di lucidità rispetto alla reale situazione italiana. “Il nostro è un paese che sembra essersi addormentato, complice la manipolazione televisiva che non ha lavorato invano creando una popolazione che non si ribella e che non si indigna”. Certo la crisi economica è tra le più importanti, non c’è zona d’Italia che non ne è colpita. “Siamo di fronte ad una crisi che non si era mai verificata in passato e che coinvolge il paese ad ogni livello” Ma nella disamina del Direttore di Famiglia Cristiana, più che la crisi economica ciò che ferisce la nostra società è la crisi dei valori. Nonostante tutto se c’è qualcosa che regge è la famiglia, vera risorsa della nostra società, essa tiene in piedi l’intero paese. Assistiamo alla denigrazione sistematica di questo istituto che è oggi più che mai un ammortizzatore sociale tra i più importanti. È in famiglia che si risolvono i problemi economici, è alla famiglia che è demandato il compito di sostenere gli anziani e i disabili.

Ma chi si preoccupa della crisi in cui versa la famiglia? Quando i mezzi di informazione parlano della famiglia ci descrivono una famiglia mediatica allargata, un’ isola felice in cui tutto è lecito: ma noi ben sappiamo che quando una famiglia si sfalda i primi a soffrirne sono i figli. La famiglia necessita di strutture adeguate e sostegno concreto. Sciortino seguita nella sua disamina: “assistiamo senza parole ad una crisi di valori che coinvolge l’intero paese in tutte le sue manifestazioni: pensiamo per esempio al primato apparentemente positivo che è quello che abbiamo di essere uno dei paesi più longevi del mondo, ad esso è contrapposto l’altro tristissimo primato che è quello di essere uno dei paesi a natalità più bassa al mondo. È un suicidio demografico.

Sciortino si interroga sul futuro dei nostri giovani in una società globale che vede sempre più allargarsi la forbice tra paesi ricchi e paesi poveri e sentenzia pacato ma fermo: “non ci sarà pace finche non ci sarà equità tra poveri e ricchi”. Il mondo è oggi una famiglia umana e la rivoluzione del nord Africa è una rivoluzione di giovani che cercano una vita migliore. Si dice che i problemi degli stranieri devono essere risolti in casa loro ma questo non vuol dire respingere: significa sostegno concreto. Le uniche risorse di questi paesi sono le rimesse degli immigrati. I paesi ricchi non fanno nulla di concreto per sostenere i paesi poveri. È uno scontro di generazioni che non ha capito che la crisi che sconvolge il paese è una crisi non solo economica ma soprattutto etica. Potremo colmarla solo modificando il nostro stile di vita invertendo la tendenza. Ciò che conta è apparire, avere soldi tanti e subito, non importa come averli l’importante è arrivare e spesso sono i genitori a spingere i figli a comportamenti poco etici pur di ottenere.

Il nostro è un paese che all’onestà ha messo davanti la furbizia. E noi cristiani? Non siamo più in grado di indignarci. La chiesa deve avere la forza di non tacere più i suoi valori. Contiamo poco nella vita politica, non esprimiamo più persone che incidono sull’opinione pubblica. Allo sviluppo economico dobbiamo accostare quello etico perché l’uomo è un tutt’uno. Il mondo ha bisogno di maestri ma che siano anche testimoni: dove sono i testimoni credibili? Come afferma il cardinale Tettamanzi: “smettiamola di parlare e cominciamo ad agire”. Noi cristiani saremo giudicati, come afferma Matteo al capitolo 25 per ciò che non abbiamo fatto, per l’amore per il prossimo che non abbiamo dato, per l’accoglienza negata. Bisogna avere più coraggio e uscire dal letargo in cui siamo caduti: “non abbiate paura” è il grido che ci ha lasciato Giovanni Paolo II abbiamo più che mai bisogno di trovare l’anima cristiana che abbiamo smarrito.

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it