Dopo stop al “trattamento” i richiedenti asilo tunisini transitano all’hotspot

Non c’è più nessuno nella parte della struttura realizzata a Modica nell’area industriale ex Asi e destinata ai trattenimenti. Cinque delle 7 persone di origine tunisina che vi erano rimaste (uno è uscito definitivamente della struttura perché ha esibito i suoi documenti, un altro è stato arrestato per delle pendenze con la Giustizia italiana) hanno cambiato lato della struttura. E come tutti gli altri ‘ospiti’ del settore in cui sono transitati dopo il provvedimento di non convalida del loro trattenimento,  possono allontanarsi e rientrare nella struttura ad orari prestabiliti. Da una parte infatti c’è il settore dei trattenimenti, dall’altro, separato da una zona ‘cuscinetto’  che ospita uffici amministrativi e di gestione del centro, c’è un’area ‘hot spot’ che viene utilizzata nei momento di particolare affollamento dell’hot spot di Pozzallo

Cosa è accaduto?

Aspra e senza esclusione di colpi la polemica politica derivata dalla mancata convalida da parte del giudice del Tribunale ordinario di Catania, sezione speciale Immigrazione, del decreto di trattenimento firmato dal questore di Ragusa.  In estrema sintesi il giudice ritiene che non siano state rispettate le norme europee e che quelle ‘interne’ siano incompatibili; trattenere una persona limitandone la libertà personale per esaminare i suoi documenti, sarebbe un provvedimento non proporzionato e che il richiedente non può essere trattenuto al “solo fine di esaminare la sua domanda”. Toni caustici da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia con alcuni esponenti che si spingono a definire l’ordinanza del giudice di Catania  come provvedimento ‘politico’ tanto da fare intervenire in difesa del giudice l’Associazione nazionale magistrati di Catania. Da Pd, Radicali, Sinistra Italiana, Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi sinistra, la difese del provvedimento, definito ‘solido’, “argine alla escalation razzista” con dito puntato contro il governo nazionale che intanto annuncia ricorso.   

La norma attuale

La norma attuale prevede che il richiedente asilo/protezione che provenga da un cosiddetto paese sicuro (e la Tunisia rientra nel novero dei paesi sicuri) venga trattenuto in un centro di trattenimento fino a 28 giorni termine entro il quale sa se la sua domanda di asilo/protezione può o meno essere accettata. Nel caso in cui non volesse essere trattenuto deve versare personalmente e all’atto delle procedure di identificazione, poco meno di 5.000 euro. Il giudice è intervenuto anche sul versamento della somma: il fatto che non sia possibile che l’importo possa essere versato da terzi, sarebbe incompatibile con la direttiva 33/2013 dell’Unione europea.

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