DOPO CATANIA, ANCHE GENOVA AL BUIO PER RISPARMIARE

Chi un paio d’anni fa studiava a Catania, si ricorda bene che per un certo periodo, le strade del centro storico, da Piazza Teatro Massimo a Canalicchio, ma anche a Librino e in molti altri quartieri, erano sommerse da un buio penetrante. Il Comune doveva risparmiare per poter ripagare i debiti accumulati con l’enel, colpa, anche, dei vari furti di rame.

A più di mille chilometri di distanza succede lo stesso, questa volta però il sindaco Doria, per assecondare i voleri  del governatore Monti.

Il governo chiede ai Comuni di risparmiare sull’illuminazione pubblica riducendo i watt sparati nelle strade pubbliche. Nuova coniugazione della spending review, la norma spera di rosicchiare altre risorse sottoforma di risparmio da questa azione. E il sindaco di Genova che fa? Risponde subito, chiedendo all’azienda delle manutenzioni e dell’illuminazione pubblica Aster un rapporto sulle possibilità di intervento sull’impianto cittadino.

Genova spende oggi 4 milioni di euro per illuminare le sue strade. L’intervento di riduzione della potenza può essere esercitato soltanto sulla metà delle luci puntate sulla città, e cioè sugli impianti più moderni. Sul costo annuale si spera di risparmiare mezzo milione, un quarto di quanto oggi esce dalle casse comunali sotto questa voce. Agendo non sulle strade pedonali e nei vicoli, bensì sulle strade nelle quali l’impatto della riduzione di intensità si ritiene inferiore. E sui faretti puntati sopra i monumenti, un “lusso” in tempi di spending review.

La decisione o, se si preferisce, la richiesta del sindaco non suscita piacevoli commenti tra i cittadini e, in particolare, tra i commercianti della città.

«Capisco che vogliano dimezzare la luminosità notturna, ma che almeno si intervenga in altri modi: ovvero più sicurezza nelle nostre strade, che vuol dire più sorveglianza. Non possono lasciarci al buio», spiega Lucia Benvenuto, proprietaria della profumeria Pink Panther in via Cantore.

 

La norma “Cieli blu” per ridurre i watt sparati nelle zone pubbliche toccherà anche  strade centrali del centro e di quartieri già abbastanza “tormentati”, come li definiscono i residenti. «Penso sia un’idea che non risponde alle necessità reali di Sampierdarena: una zona che ha già bisogno di maggiore controllo e “luce” in tutti i sensi da parte delle autorità delle istituzioni», racconta Calogero Sorce, pastore della Chiesa Evangelica del quartiere.

«È noto che dove c’è meno illuminazione si formano “capannelli” di persone che si sentono libere di fare qualsiasi cosa: qui diventa un problema di sicurezza».

– «Pensavo proprio di chiedere a Tursi di aumentare la luminosità di via Gramsci: adesso sembra di stare in una superstrada, completamente buia, eppure si tratta di una via d’accesso per il turismo a Genova, dovrebbero aumentarla e non diminuirla.»

Sembra quasi incredulo Matteo Scotto, titolare del negozio SunFlowers di via Gramsci, alla notizia che ilComune di Genova dovrà di risparmiare sull’illuminazione pubblica

 A Genova come a Catania il problema della luce si frappone a quello della sicurezza.

Speriamo che una tale ipotesi non si palesi anche a Ragusa che, sappiamo, è una città tranquilla, non paragonabile al trambusto delle città di porto. Ma, luminosa, è comunque preferibile.

 

 

 

 

 

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