Donati gli organi di Kebba Secka, la prima volta di un rifugiato arrivato con barcone in Italia

Un cuore enorme, anche dopo la morte dovuta ad un incidente. E’ la storia di Kebba Secka, morto qualche giorno fa. Aveva manifestato la volontà di donare gli organi. E la sua, è la prima donazione di organi proveniente da un migrante arrivato con un barcone. Il giovane rifugiato del Gambia, giunto in Italia a soli 17 anni, ha lasciato un’impronta eterna di generosità.

Il 13 dicembre, Kebbis è stato coinvolto in un tragico incidente stradale che ha portato alla sua prematura morte. Originario del Gambia, Kebbis era riuscito a integrarsi completamente nella comunità di Chiaramonte Gulfi, diventando un mediatore culturale di spicco. La sua personalità solare e il suo sorriso contagioso hanno conquistato tutti coloro che lo conoscevano.

Alessandro Brullo e Noemi Favitta della cooperativa Fo.co, seduti nella sala d’attesa della rianimazione dell’ospedale Cannizzaro di Catania, ricordano Kebbis con emozione. Il ragazzo è arrivato in Italia nel 2016 tramite un barcone, fuggendo dal Gambia in cerca di una vita migliore. La sua morte, avvenuta a seguito di un tragico incidente in moto, ha aperto la strada a una decisione straordinaria: la donazione degli organi.

La volontà di Kebbis di donare gli organi è stata espressa già al momento del rilascio della carta d’identità presso il Comune di Vittoria. La madre del giovane gambiano, tramite una toccante videochiamata, ha confermato la volontà del figlio di donare cuore, fegato, reni, pancreas e cornee.

La scelta di Kebbis ha sorpreso positivamente gli operatori sanitari, considerando che in Italia persiste una certa incertezza e indecisione riguardo alla donazione degli organi. Secondo dati Aido, tre italiani su dieci si rifiutano di donare gli organi.

Accertata la morte cerebrale, avendo verificato la presenza del consenso dato all’anagrafe, i medici e gli operatori del Coordinamento locale trapianti, in stretta collaborazione con il Centro regionale trapianti, hanno attivato la procedura di donazione. È stato così possibile prelevare il cuore, il pancreas, il fegato, i reni e le cornee; queste ultime sono state prelevate dagli specialisti oculisti dell’Azienda Cannizzaro, mentre per gli altri prelievi sono intervenute équipe di diverse aziende sanitarie. “La dichiarazione di volontà sulla donazione di organi e tessuti da esprimere al momento del rilascio o del rinnovo del documento d’identità presenta in Italia ancora un tasso di opposizione alto, intorno al 30%. Anche per questo – dice il dott. Salvatore Giuffrida, commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro – siamo rimasti tutti profondamente colpiti ed estremamente grati verso il donatore, che quanti conoscevano descrivono come persona altruista e generosa. Il suo ultimo gesto d’amore permetterà a diverse persone di tornare a una vita piena. Ringraziamo le équipe impegnate nelle attività di prelievo e nel delicato percorso di assistenza al paziente e di comunicazione con i familiari, in particolare il direttore di Anestesia e Rianimazione dottor Savino Borraccino, il coordinatore locale trapianti dottoressa Antonella Mo, il coordinatore infermieristico Matteo Sortino. Abbiamo ricevuto diverse espressioni di riconoscenza e – conclude – faremo tutti tesoro della preziosa testimonianza, tanto più significativa con l’approssimarsi delle festività natalizie, per la crescita della cultura della donazione di organi e tessuti”.

La comunità di Chiaramonte Gulfi ha deciso di sostenere economicamente la famiglia di Kebbis e ha avviato una colletta attraverso i propri canali social per permettere il rientro della salma in Gambia, rispettando la volontà della madre del giovane.

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