“DOMANI E’ UN ALTRO GIORNO”: CINEMA E NON SOLO. UNO SGUARDO SULLA SINDROME DI ROSSELLA O’HARA

“Via col vento” è sicuramente uno dei libri, ed anche film, certamente più conosciuti. Rossella, la protagonista, viene ricordata per i suoi capricci, la sua determinazione, il suo amore oltre che per Ashley e Rhett anche per la sua terra, Tara. Ma ciò che più credo si ricordi del bel personaggio di Rossella è la sua capacità di rimandare preoccupazioni, pensieri, afflizioni, responsabilità all’indomani. In “Domani è un altro giorno!”, sua celebre frase, troviamo la necessità di mantenere viva la speranza nel futuro, ovvero credere nella possibilità di poter ricominciare e, soprattutto, credere che la prossima volta andrà meglio, andrà finalmente bene. E andrà bene perché è giusto così, perché “me lo merito”.

Cosa significa avere quella che viene chiamata (ovviamente non in termini patologici) la Sindrome di Rossella O’Hara?

Significa, per capirci meglio, assomigliare un po’ al personaggio di Rossella, alla sua determinazione ma contraddizione, alla sua voglia di vivere ma non oggi, alla sua incapacità di affrontare la responsabilità delle scelte, rimandando all’indomani, ad un indomani che sarà, fatalisticamente parlando, sicuramente più roseo.

Pensare ad un reale Domani significa che ci alzeremo più coraggiosi di oggi, che ci vestiremo più sereni di oggi, che usciremo per andare a lavoro, per incontrare gli altri, per stare fra gli altri in maniera più “preparata”, che riusciremo a rimettere in moto la nostra vita, ad avere una persona cara accanto, ad avere figli e a crescerli, e tutto questo senza perdere di vista noi stessi. 

Pensare ad un Domani del genere è sicuramente riuscire ad elaborare i propri lutti ed andare avanti, attivando una sana e necessaria sopravvivenza psicologica. Il problema subentra nel momento in cui ci si ferma al pensiero di un Domani ideale e non reale, di un Domani che diventa un alibi per rimandare tutto ciò che potrebbe già essere fatto Oggi.

Scegliere il Domani ideale all’Oggi spesso equivale scegliere non la vita e neanche la morte, ma un’anestesia sia al dolore che al piacere. Non c’è il coraggio di soffrire e neanche di godere e di gioire. Evviva il rischio, evviva l’incertezza, che in alcuni momenti della nostra vita, se accettati e vissuti al posto di un comodo e languido rimando, rappresentano la migliore defibrillazione emotiva che potremmo permetterci.

Vivere Oggi, vivere un Domani reale significa anche avere il coraggio elaborare il lutto delle proprie perdite, di vivere il dolore del momento, farne ricchezza personale per poi lasciarlo andare via, con un senso di “gratitudine” dentro, come quando ci muore una persona cara, quando finisce un amore, quando abbiamo perso qualcosa di significativo. In questo modo per noi resta comunque la possibilità di un Domani reale.

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