DOMANI E’ LO STESSO GIORNO

Per rendere più chiaro il concetto mettiamo in bocca alla candida Rossella la famosa frase così modificata: “Domani è lo stesso giorno” per esprimere in modo più terreno quale, con molta probabilità, sarà il corso politico che interessa tutti gli italiani con il nuovo governo in carica.  Non pare affatto che il Presidente del Consiglio  voglia allungare la vita del suo governo per soddisfare delle personali ambizioni Dalla sua carriera politica non emerge affatto un qualche episodio che possa essere interpretato in modo diverso.

Dopo  l’esito del referendum  e salvo quale possa essere il pronunciamento della Consulta del prossimo 24 gennaio, rimane percorribile l’ipotesi dell’approvazione di una legge elettorale, partendo dal Mattrellum, che possa rendere possibile al cittadino elettore di esprimere il suo voto per Camera e Senato con una stessa legge che sia espressione il più concreto possibile della sua volontà.

I tempi tecnici occorrenti per approvare una nuova legge di certo non possono e non saranno brevi anche perché non tutti i partiti sono fra di loro astretti dalla stessa convinzione e non bisogna, altresì, porre in secondo piano il terreno interesse di molti parlamentari che matureranno alla fine  del prossimo settembre il tempo occorrente per poter usufruire dell’indennità di carica. Del resto è comune consuetudine, per come del resto è avvenuto in passato, che nei mesi estivi il popolo non è stato chiamato a votare e, in conseguenza, tutte le operazioni prima e dopo il previsto e possibile termine del mese di giugno  dovendosi, altresì, attendere l’esito della decisione della Consulta è di appena 4 mesi poiché un mesetto  per la pubblicazione della sentenza è del tutto probabile che sia necessario.

I Pentastellati vorrebbero andare subito al voto facendo riferimento all’Italicum con le eventuali modifiche che si dovessero apportare a quel sistema elettorale. E queste eventuali modifiche dovrebbero essere sempre approvate dal Parlamento e non già  dallo stesso organo costituzionale che ha solo il delicatissimo compito di giudicare se quanto è sottoposto al suo giudizio è conforme o meno al dettato costituzionale.

Gli eletti del Movimento 5 stelle sono alla loro prima esperienza parlamentare. Per le loro regole interne nessuno può ricoprire il ruolo di parlamentare più di 2 mandati e, quindi, hanno tutto l’interesse ad andare al voto magari sperando solo di essere riconfermanti nelle liste e in questa eventuale legittima aspettativa non c’è proprio niente di sconveniente. I votanti del Movimento votano il Movimento   e  i candidati  possono risulta eletti non per voti di preferenza, ma come candidati. Per alcuni di loro è da ritenere che non sarà più così, perché molti sono apparsi in tante trasmissioni televisive o per le carche ricoperte. Se non andiamo errati la più votata in  Italia per le primarie è stata una donna che raccolse 600 voti.

Gli elettori penta stella ti votano il programma con scarso riferimento ai candidati. Ma del tutto ciò a prescindere un mutamento dell’antico  schema  di appartenenza politica  del cittadino elettore ora è ben visibile. Prima la collocazione politica di sinistra, centro e destra era ben chiara. Ora non è più così.  Quello  che era per sua definizione il partito di sinistra era il Pci con idee ben nette e precise e lo stesso dicasi per gli altri partiti di cento – quale la D. C. – e di destra. L’attuale Pd sembra una cosa del tutto differente. Al suo interno la lesione con la sua sinistra è ben netta e delineata al punto tale che sembra un altro partito e l sua posizione nel recente referendum ne è stata la conferma. Ora Renzi vuole ritornare sul palcoscenico e pare che non abbia una disattenzione politica  a livello governativo con Forza Italia stando, almeno, ad una non evidente contrapposizione  e ritenendo  che si possa andare al voto entro pochi mesi, dopo lì’approvazione di una legge elettorale valida per le due  Camere. Un svolta decisiva dipenderà dall’esito della pronuncia della Consulta. E’ opportuno aspettare. Prima si possono fare solo ipotesi più o meno attendibili, ma solo ipotesi.

Politicus  

 

  

 

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