DIVERSAMENTE ABILI: CHI LI CONOSCE?

Un  principio fondamentale degli Stati dell’intero universo è l’applicazione delle norme giuridiche che gli stessi emanano. Da quello che avviene nella nostra città dobbiamo dedurre che il nostro territorio non è compreso in uno Stato, in quanto nello stesso non sono applicate le leggi emanate dallo Stato italiano. Il nostro parlamento adeguandosi all’indirizzo seguito da tutti gli Stati del mondo, ha emanato, specie in questi ultimi decenni, una legisla zione, relativamente ai diversamente abili che mira a inserire questi nella vita sociale nel modo più completo possibile così come avviene in tutto il mondo.  Il nostro territorio rappresenta una tragica eccezione in tutto il pianeta. Se riflettiamo un istante, riusciamo a comprendere l’enorme gravità del fenomeno. Il nostro è un territorio che ha una spiccata vocazione turistica; riusciamo a immaginare il commento del turista diversamente abile o anche soltanto anziano, quando non riesce ad entrare in una chiesa dove si trovano beni culturali di grande interesse o quando non riesce ad entrare, per la presenza di barriere architettoniche, in un locale pubblico, sia questo un bar, un ristorante o una sala dove si trova una esposizione artistica. Dobbiamo chiederci chi è il responsabile di questa situazione che, oltre ad emarginare ancor di più i diversamente abili, siano essi residenti o turisti, degrada il nostro territorio, ponendolo al di fuori di una cultura presente in tutto il mondo che vuole, ripetiamo, il diversamente abile inserito nel contesto sociale. La risposta a questa domanda, fatta eccezione per le chiese di cui abbiamo precedentemente trattato, è molto semplice. La civica amministrazione non deve rilasciare le licenze per l’apertura di locali pubblici a quelli che non rispettano la legge che sancisce espressamente che i suddetti, anche soltanto  aperti al pubblico devono essere privi di barriere architettoniche. Il rilascio di queste licenze in presenza di dette barriere configura un reato che ha un suo preciso nomen iuris nel codice penale: Omissioni d’atti d’ufficio. I dirigenti del nostro comune, quindi, anche se privi di sensibilità nei confronti dei diversamente abili, degradano l’immagine della città e commettono un reato. Rivolgiamo un preciso invito ai nostri civici amministratori affinché controllino il lavoro dei loro dirigenti e si rendano conto di quanto sia poco dignitoso per un comune europeo, quale Ragusa si pregia di essere, mettersi al di fuori di una cultura che tutto il mondo accetta

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