Disservizi nelle borgate di Santa Croce Camerina, restano i problemi nonostante la petizione

Non arrivano risposte,  in forma ufficiale, dal Comune di Santa Croce Camerina a Rinaldo Cappello,  promotore della petizione, sui disservizi nel territorio interessato. Sono passati più di trenta giorni (lavorativi), dalla presentazione della petizione in oggetto, protocollata il 9 gennaio 2019. Da allora, si è discussa solamente in consiglio comunale, una mozione presentata dai consiglieri di opposizione, che chiedevano all’intero consiglio comunale di far proprie le richieste dei cittadini.

Cappello spiega: “Sappiamo tutti l’esito della mozione, che seppur condivisa da tutti, fu bocciata con motivazioni banali e di conferma sulle reali intenzioni a procedere sul territorio, anche da quest’amministrazione, dopo decenni di abbandono totale. Forse per qualcuno, la bocciatura di una mozione consiliare, era una risposta ai cittadini, ma come da statuto comunale santacrocese,  che l’art 60 dello stesso, dice: “Alle istanze e alle petizioni dovranno essere fornite dal sindaco risposte entro 30 giorni e, nel caso comportino l’adozione di specifici provvedimenti, l’organo competente dovrà provvedervi entro ulteriori 60 giorni, qualora il sindaco non abbia rigettato la richiesta con risposta motivata.”

Nessuna risposta motivata è giunta al promotore, pertanto decadono gli ulteriori 60 giorni. Quello che più recriminano, i 1.300 firmatari in rappresentanza di un territorio vasto e contributivo per le oltre 30.000 presenze estive, è ciò che recitano le “Finalità” esposte nell’Art.2 dello statuto, che al punto 2 recita: ”Il Comune persegue la collaborazione e la cooperazione con tutti i soggetti pubblici e privati e promuove la partecipazione dei cittadini, delle forze sociali, economiche e sindacali all’amministrazione.”

Nel titolo V “Istituti di Partecipazione”, l’Art.59 recita: “Ai cittadini, agli organismi di partecipazione ed alle libere associazioni è riconosciuta la partecipazione all’attività del Comune oltre che nelle forme previste dai successivi articoli, anche attraverso l’esercizio del diritto di udienza, come una forma diretta e semplificata di tutela degli interessi della collettività.”

 

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