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DIPENDENTI DELLA PROVINCIA DI RAGUSA SI UNISCONO ALLA PROTESTA DEI COLLEGHI DI SIRACUSA
13 Mag 2013 14:29
Una delegazione di cinquanta dipendenti dell’amministrazione provinciale di Ragusa si è recata a Siracusa per manifestare contro il presidente della Regione Rosario Crocetta, giunto nel capoluogo aretuseo per presiedere un tavolo tecnico sul rilancio del lavoro e dello sviluppo con gli esponenti delle associazioni di categoria, dei sindacati, dei sindaci della provincia, dell’ASP e delle associazioni antiracket e ambientaliste.
Il corteo è rimasto in attesa davanti al Comune, sede scelta dal Governatore per il tavolo tecnico, e comprende i dipendenti delle province di Ragusa e Siracusa. I dipendenti di questi ultimo ente sono già da alcuni giorni in stato di agitazione perché senza stipendio da un mese e a rischio dei salari anche per le prossime settimane, con l’avvio dell’iter per la soppressione delle Province. Si attendono infatti che la Regione trasferisca le risorse. Per quanto riguarda l’ente di viale del Fante si teme che entro l’estate possano verificarsi le stesse condizioni.
Crocetta ha ricevuto una delegazione di protestanti, tra i quali alcuni dipendenti iblei, ai quali ha assicurato che a breve incontrerà il Commissario straordinario Giovanni Scarso.
Il presidente della Regione ha assicurato i dipendenti circa il loro futuro. Potrebbero transitare nel nuovo consorzio ed i tecnici (appartenenti ai settori viabilità e territorio) al Genio civile. Quelli in esubero potrebbero passare ai comuni. Crocetta ha comunque sottolineato come sia fondamentale ridurre all’osso le spese delle amministrazioni provinciali in questo periodo di transizione, preservando solo gli stipendi.
Una situazione preoccupante, come viene descritta dallo stesso Commissario Scarso alcuni giorni fa: “L’assemblea regionale siciliana ha deciso di chiudere le province e di costituire i liberi consorzi comunali con una nuova legge da varare entro il prossimo 31 dicembre, ma di fatto con la legge sulla stabilità votata lo scorso 30 aprile ha di fatto cancellato le Province sul piano finanziario. Perché quando non si prevedono i necessari trasferimenti per assicurare i servizi essenziali previsti per legge allora le Province scompariranno prima per asfissia. Con i numeri che rimbalzano da Palermo e Roma non saremo in grado di approvare il bilancio di previsione. Il mio non è un allarme per chiedere attenzione ma la forte preoccupazione per un Ente che sta arrivando, purtroppo, al capolinea. La finanziaria regionale – è bene precisarlo – non consentirà di onorare gli obblighi derivanti dalla spesa cosiddetta incomprimibile: gli stipendi dei dipendenti provinciali, le spese per l’essenziale funzionamento come l’energia elettrica, i carburanti e la pulizia dei locali”.
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