Digitale: OpenAI sospende ChatGpt in Italia dopo stop Garante

 Dopo gli appelli di manager e ricercatori e le prime denunce Oltreoceano, arriva dall'Italia il primo stop a ChatGpt, il software di intelligenza artificiale che sta suscitando grande interesse in tutto il mondo, ma anche moltissimi interrogativi. Quelli che anche il Garante per la privacy si è posto, decidendo di mettere un freno alla piattaforma in grado di sviluppare conversazioni con gli umani attraverso tecniche di apprendimento automatico. L'Autorità ha aperto un'istruttoria contestando la raccolta illecita dei dati degli utenti italiani e ha disposto, con effetto immediato, la limitazione provvisoria del loro trattamento da parte di OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato e gestisce la piattaforma, fino a quando la normativa sulla privacy non verrà rispettata. 


Si tratta del primo intervento a livello mondiale di questo tenore, che potrebbe avere sviluppi nel resto dell'Europa anche grazie al coordinamento tra le autorità per la privacy dei diversi paesi. Diverse le contestazioni mosse all'organizzazione nata a San Francisco proprio per sviluppare la cosiddetta "intelligenza artificiale amichevole". Il Garante rileva la mancanza di una informativa agli utenti, ma soprattutto l'assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di "addestrare" gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma. Tanto più che le informazioni fornite da ChatGpt non sempre corrispondono al dato reale, determinando quindi un trattamento di dati personali inesatto. Inoltre, nonostante il servizio sia rivolto ai maggiori di 13 anni, l'Autorità evidenzia come l'assenza di qualsivoglia filtro per la verifica dell'età degli utenti esponga i minori a risposte assolutamente inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza. OpenAI, che non ha una sede nell'Unione ma ha designato un rappresentante nello Spazio economico europeo, deve comunicare entro 20 giorni le misure intraprese in attuazione di quanto richiesto dal Garante

Nel frattempo OpenAI, la società con sede negli Stati Uniti che ha sviluppato il chatbot di intelligenza artificiale ChatGpt, ha dichiarato di aver disabilitato il servizio per gli utenti italiani su richiesta del governo. La decisione arriva dopo lo stop a ChatGpto imposto ieri dal Garante per la privacy. L'autorità italiana per la protezione dei dati personali ha affermato che sta intraprendendo azioni provvisorie "fino a quando ChatGpt non rispetterà la privacy", inclusa la limitazione temporanea dell'azienda dal trattamento dei dati degli utenti italiani. Per il Garante, OpenAI deve riferire entro 20 giorni quali misure ha adottato per garantire la privacy dei dati degli utenti o affrontare una multa fino a 20 milioni di euro o il 4% delle entrate globali annuali. OpenAI ha affermato di ritenere che le sue pratiche siano conformi alle leggi europee sulla privacy e spera di rendere presto disponibile ChatGpt per l'utenza italiana.

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