È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
DICHIARIAMO COMUNI E PROVINCIA TERRITORI DENUCLEARIZZATI
28 Mar 2011 07:52
Per i sostenitori dell’atomo le centrali nucleari sono sicure. L’incidente alla centrale di Fukushima con 4 reattori a rischio, numerose esplosioni e rilascio di radioattività nell’ambiente ci conferma drammaticamente che non è così. Che le centrali nucleari non sono sicure lo sappiamo e lo denunciamo da tempo, purtroppo ci vuole sempre un evento tragico per riportare il tema all’attenzione di tutti.
Non è bastata Cernobyl nel 1986, non è servito Three Mile Island nel 1979, non abbiamo ascoltato il monito che veniva dai numerosi guasti alle centrali francesi e in altre centrali nel mondo. Nonostante tutto l’Italia ha deciso di riaprire il programma nucleare e di andare avanti su questa strada in netta controtendenza rispetto a tutti gli altri paesi che di fronte al drammatico incidente in Giappone si sono fermati a riflettere sulla sicurezza delle centrali e sull’opportunità di proseguire con l’energia dall’atomo.
Legambiente ha cos’ dichiarato:”il nucleare non serve all’Italia, dal momento che il Paese ha una potenza elettrica installata di più di 100.000 megawatt, mentre il picco di consumi oggi non supera i 57.000 megawatt. Ma il nucleare non ridurrebbe neanche la dipendenza energetica dall’estero, perché l’Italia sarebbe costretta ad importare l’uranio, oltre alla tecnologia e ai brevetti.
La scelta dell’atomo continua, poi, ad essere rischiosa : anche per i reattori di terza generazione EPR in costruzione sono emersi, infatti, gravi problemi di sicurezza, come hanno denunciato, a novembre 2009, le Agenzie di Sicurezza di Francia, Regno Unito e Finlandia. Tra il reattore di Fukushima in Giappone e l’EPR non c’è nessuna sostanziale differenza. Senza considerare che ancora non è stato risolto il problema di dove depositare in modo sicuro e definitivo le scorie.
L’energia nucleare è infine costosa e controproducente per le tasche dei cittadini e per l’economia del Paese. Per tornare all’atomo, infatti, bisognerebbe ricorrere a fondi pubblici e garanzie statali, quindi alle tasse e alle bollette pagate dai cittadini. Tutte risorse importanti, sottratte ai finanziamenti per la ricerca, per l’innovazione tecnologica, alla diffusione dell’efficienza energetica e le energie rinnovabili, quindi ad investimenti più moderni e incisivi da un punto di vista ambientale e occupazionale.
Non c’è bisogno di nuova energia nucleare, ma semplicemente di incentivare la crescita delle fonti rinnovabili in sostituzione di quelle fossili: solo con la nascita di una vera e propria rivoluzione energetica, capace di contrastare i cambiamenti climatici, di innovare processi e prodotti sarà infatti possibile dare risposte concrete alla crisi economica.
Ma il no al nucleare deve partire dai territori, comuni e provincie in testa. Per tale motivo Legambiente ha chiesto a tutti i sindaci e al presidente della provincia di dichiarare il loro territorio denuclearizzato, contrario quindi alla produzione di energia nucleare, e di vietare su tutto il territorio l’installazione di centrali che sfruttino l’energia atomica”.
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