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DIAGNOSTICATA LA DEPRESSIONE IN LABORATORIO
17 Set 2014 17:09
Presso la Northwestern University, per la prima volta è stato messo a punto un test del sangue in grado di diagnosticare la depressione maggiore negli adulti.
Una svolta netta auspicata da tempo dalla medicina.
Adesso è possibile diagnosticare la patologia “non solo” tramite indagine dei sintomi ma anche avvalendosi dei risultati “oggettivi” di particolari analisi del sangue.
Questo nuovo test di diagnosi si basa sulla ricerca di 9 specifiche molecole di RNA e sull’analisi della loro concentrazione e del loro rapporto relativo.
I ricercatori hanno analizzato per lungo tempo i valori ematici di questi marcatori in due gruppi diversi di volontari; un gruppo formato da pazienti con depressione e un gruppo da persone senza la patologia.
Ebbene, in chi soffriva di depressione, le concentrazioni dei 9 marcatori (markers) risultavano sempre ben delineate e caratterizzate; ciò ha permesso di individuare un “profilo” che consente di emettere la diagnosi.
Per di più, il nuovo esame del sangue permetterà per la prima volta di utilizzare test di laboratorio al fine di determinare quali trattamenti si dimostrano più utili ai singoli pazienti.
Cioè i ricercatori hanno scoperto in aggiunta che il numero e le concentrazioni dei 9 RNA varia, diminuisce, se il paziente entra in remissione e se le terapie psichiatriche e farmacologiche sortiscono effetti positivi. In altre parole, analisi del sangue periodiche sono in grado di dire se le terapie stanno o meno funzionando sul paziente; inoltre si potranno “aggiustare” (personalizzare) le terapie per ottimizzarle a seconda delle risposte date dal monitoraggio.
Si è osservato infatti che i livelli di markers hanno subito cambiamenti in quei pazienti sottoposti a terapia per 18 settimane e che non erano più depressi.
«Questo indica chiaramente che si può avere un test di laboratorio a base di sangue per la depressione, fornendo una diagnosi scientifica nello stesso modo in cui qualcuno viene diagnosticato con alta pressione sanguigna o il colesterolo alto», ha detto Eva Redei, coordinatrice della ricerca.
«Attualmente sappiamo che la terapia farmacologica è efficace, ma non per tutti e che la psicoterapia è efficace, ma non per tutti» ha detto il co-autore dello studio David Mohr. «Sappiamo che le terapie combinate sono più efficaci (…) Avere un esame del sangue ci permetterebbe di orientare meglio il trattamento agli individui».
In più si è scoperto che 3 dei 9 marcatori avevano una concentrazione nel sangue diversa nei pazienti depressi rispetto ai controlli non depressi, anche se i pazienti depressi avevano raggiunto la remissione dopo la terapia.
«Questi tre marcatori ci permettono di individuare una predisposizione alla depressione, anche in assenza di un episodio depressivo attuale». Cioè il il test può anche essere utilizzato per individuare persone che hanno avuto in passato episodi depressivi e sono a rischio di depressione.
Riguardo a questa ricerca così si esprime il prof. Graziano Pinna, psichiatra dell’Università dell’Illinois: «Questo studio è importante. Ad oggi le diagnosi vengono condotte sulla base di sintomi generici quali mancanza di appetito e motivazione, stanchezza o cattivo umore persistente e non in modo oggettivo come si fa per le altre malattie (…) Poter fare una diagnosi della depressione con un prelievo rappresenta dunque un progresso notevole nel campo delle malattie mentali, specie se si tiene a mente che la depressione è una malattia che colpisce circa il 7% della popolazione con percentuali in crescita. Rimarrà ora da confermare i dati di questo studio su un campione di pazienti depressi più ampio. Uno studio su larga scala permetterà inoltre di esaminare se ci sono differenze tra i sessi. Sarà anche importante stabilire se il test sarà specifico per distinguere la depressione dalla sindrome bipolare oppure da altre malattie mentali che si accompagnano spesso alla depressione, come ad esempio i disturbi d’ansia».
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