Diabete: le ultime frontiere nella cura e nella gestione della malattia

Convivere con il diabete può essere deteriorante perché è una malattia subdola con cui – per forza – bisogna fare i conti per tutta la vita. Le persone affette da diabete soffrono di una condizione cronica caratterizzata da un aumento incontrollato del livello di zucchero nel sangue. Questo accade perché l’organismo non è più in grado di processare gli zuccheri, creando appunto un accumulo eccessivo di questi nel sangue. Ciò può essere dovuto al fatto che il corpo stesso produca troppa poca insulina, oppure perché l’insulina prodotta non sia sufficientemente efficace.

Il progresso nella cura di questa malattia sta facendo però passi da gigante. La tecnologia sta prendendo sempre più piede nella fase gestionale ed è aumentata anche la quantità di prodotti per la cura del diabete disponibili online.

I ricercatori dell’Oregon Health and Science University, infatti, sono riusciti grazie ad un algoritmo che utilizza l’intelligenza artificiale per aiutare le persone con il diabete di tipo 1 a controllare i livelli di glucosio nel sangue. Si tratta di un monitoraggio automatizzato che permette di controllare meglio i livelli di glucosio. I pazienti affetti da diabete di tipo 1 hanno, infatti, una carenza totale di insulina e devono assumerne dosi giornaliere. L’algoritmo è stato progettato utilizzando un simulatore matematico e ha generato raccomandazioni simili a quelle di un endocrinologo.

L’obiettivo degli ultimi studi americani in materia è quello di creare un algoritmo che regoli automaticamente l’infusione dell’insulina, avvicinandosi sempre di più al concetto di “pancreas artificiale”. Il tutto grazie ad un microinfusore. Questi risultati sono stati presentati al congresso dell’ADA (American Diabetes Association) tenutosi nel giugno 2020.

Fra pochi giorni una nuova edizione del congresso si terrà in modo virtuale. Altri risultati importanti si sono verificati nel campo del monitoraggio, in particolar modo con studi che arrivano dalla Francia. Sistemi come il FreeStyle Libre sono composti da un sensore (simile ad un bottone bianco con una piccola cannula che si inserisce sottocute e si cambia ogni due settimane) che permette di ‘leggere’ la glicemia on demand, quando il paziente lo scansiona con un apposito rilevatore o con il suo smartphone.

Uno studio francese (il trial RELIEF) presentato all’ADA ha dimostrato che le persone con diabete (sia tipo 1 sia 2) che utilizzano questo sensore hanno presentato un crollo degli episodi di chetoacidosi (- 52% per il diabete tipo 1 e – 47% per il tipo 2) e dei conseguenti ricoveri per questa complicanza. Un altro studio condotto in precedenza aveva dimostrato che nei soggetti che utilizzano il FreeStyle Libre il rischio di ipoglicemie gravi si riduce del 78%. Si avrebbe così un miglioramento nello stile di vita che permetterebbe di evitare crisi ipoglicemiche o chetoacidosi. Insomma, nuove interessanti tecnologie che si spera possano presto diventare accessibili a tutti. Intanto, l’indicazione è quella di prestare massima attenzione alla regolarità nella convivenza con questa malattia e integrare il tutto con prodotti che aiutano nel monitoraggio dei livelli glicemici e nell’assunzione dell’insulina.
Foto di silviarita da Pixabay

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