È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
DI NUOVO IN AUMENTO I FUMATORI IN ITALIA
05 Giu 2014 05:26
Negli ultimi anni avevamo assistito ad un lento ma costante calo dei fumatori in Italia che faceva ben sperare.
Ma dai dati rilasciati dall’Istituto Superiore di Sanità, in concomitanza con la Giornata Mondiale contro il Tabagismo, risulta chiaro l’inversione del trend degli scorsi anni.
Dal Rapporto sul fumo in Italia: «La prevalenza di fumatori in Italia anche quest’anno mostra una situazione di stallo, ad eccezione delle fumatrici che interrompono un trend in discesa registrato negli ultimi 5 anni con un incremento di 3,6 punti percentuali» spiega il Prof. Silvio Garattini, Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri.
Il numero di fumatori uomini scende dello 0,8%, quello delle donne invece mostra un notevole incremento facendo registrare un passaggio dal 15,3% del 2013 al 18,9% del 2014.
La percentuale totale dei fumatori in Italia passa così dal 20,6% dello scorso anno al 22% del 2014.
«Crolla, invece, l’uso della sigaretta elettronica: gli utilizzatori sono passati dal 4,2% del 2013 all’1,6% del 2014. Svapora la moda delle sigarette elettroniche – spiega Roberta Pacifici, Direttore dell’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell’ISS – dopo la curiosità verso un prodotto nuovo, gli ultimi dati ci dicono che sono più che dimezzati i consumatori, i quali presumibilmente sono più interessati ad utilizzarla in un’ottica di riduzione del danno o come ausilio per smettere di fumare».
Risultati inattesi nonostante le campagne informative dirette principalmente alle donne. «Aumentano i forti fumatori, soprattutto tra i giovanissimi. Tra i 15 e i 24 anni il 67,8% fuma meno di 15 sigarette al giorno ma nel 2013 erano l’81%. Compare quest’anno un 1,3% che fuma più di 25 sigarette (nel 2013 il dato era pari a zero). Si inizia a fumare mediamente a 17,8 anni. Oltre il 72,5% dei fumatori ha iniziato a fumare tra i 15 e i 20 anni e il 13,2% anche prima dei 15 anni. La motivazione principale all’iniziazione al fumo di sigaretta rimane, costantemente nel tempo, l’influenza dei pari».
E proprio ai giovanissimi bisogna rivolgere maggiori attenzioni.
È quello che hanno fatto i ricercatori del Centro Antifumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, che hanno presentato ai ragazzi delle scuole superiori una ricerca sul fumo di grande impatto didattico. I ricercatori, tramite una dimostrazione pratica e servendosi di un apparecchio capace di misurare le quantità di vari inquinanti (polveri sottili tossiche PM1, PM2,5 e PM10), hanno confrontato le emissioni di polveri sottili prodotte da un TIR, modello Mercedes da 13.000 centimetri cubici di cilindrata, con quelle generate dalle sigarette.
«Durante l’esperimento i ricercatori hanno misurato gli inquinanti emessi dal tubo di scappamento del TIR per 8 minuti e poi hanno chiesto ad un fumatore di fumare per lo stesso tempo: dalle analisi dell’apparecchio è risultato che le sigarette emettono da 4 a 6 volte più polveri sottili rispetto al TIR, con picchi di oltre 700 microgrammi per metro cubo».
Un’altra ricerca mostra gli effetti su chi, in tutta questa storia, non c’entra proprio nulla: i bambini.
ll Reparto di Broncopneumologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha rilasciato dei dati che dimostrano come patologie respiratorie (tosse e broncospasmo) nel 20% dei bambini presentino una stretta relazione con il fumo di sigaretta passivo.
Inoltre «Accanto al fumo attivo e passivo, di ‘prima’ e ‘seconda mano’ esiste anche quello di ‘terza mano’ : vale a dire quello di cui si impregnano gli abiti del fumatore» (nonché tutti gli oggetti di casa, mobili e pareti, quando si fuma tra le quattro mura domestiche). «E’ il caso di una madre che si accende una sigaretta sul balcone di casa, così da non viziare l’ambiente domestico. Lì per lì evita l’inquinamento ‘passivo’, ma poi rientra nell’appartamento con i vestiti impregnati, prende in braccio il suo bambino e gli fa comunque respirare sostanze tossiche. Non è così semplice cercare di sensibilizzare le famiglie anche nei confronti di quest’ultimo aspetto” spiega Renato Cutrera, responsabile dell’Unità di Bronco-Pneumologia del Bambino Gesù.
Il pericolo è massimo ovviamente in gravidanza:
«E’ dimostrato che in caso di madri fumatrici, il peso del bambino alla nascita è inferiore rispetto a quello dei figli di madri non fumatrici».
Inoltre il fumo passivo rappresenta un significativo fattore di rischio della SIDS (Sudden Infant Death Syndrome) ovvero della cosiddetta “morte in culla” (il decesso senza improvviso ed inaspettato di un lattante inferiore all’anno di vita senza cause accertate). Si è calcolato che riducendo l’esposizione pre e post natale al fumo, il rischio di SIDS scende in modo importante fino ad una riduzione del 30% delle morti in culla se si elimina completamente il fumo passivo.
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