DEDICATO A MONS. NICOLOSI, PADRE CONCILIARE

Martedì 21 e mercoledì 22 gennaio, a Modica, alla Domus Petri, dalle 19 alle 21, il prof. Alberto Melloni, direttore dell’Istituto per le Scienze Religiose di Bologna oltre che prima firma del ‘Corriere della Sera’, e il prof. Giuseppe Ruggieri, membro dell’istituto bolognese e noto teologo, terranno una due giorni sui frutti del Concilio Vaticano II organizzata dalla Comunità di San Pietro e dal Vicariato di Modica. Un appuntamento importante da un punto di vista ecclesiale, in un momento storico di deciso ritorno allo spirito conciliare grazie ai gesti e alle parole di Francesco, sul quale inevitabilmente si rifletterà durante il convegno. Ma per la comunità di San Pietro e per la Chiesa di Modica si tratta oggi anzitutto di un evento da dedicare con affetto e profonda gratitudine a mons. Salvatore Nicolosi, per 28 anni V escovo di Noto, la cui lunga vita si è conclusa venerdì 10 gennaio all’età di 92 anni. Dedica non di circostanza e non estrinseca, perché il vescovo Nicolosi era uno degli ultimi padri conciliari ancora viventi e perché egli ha fatto del Concilio la stella polare del  proprio episcopato, svolto prima a Lipari e poi a Noto. Essere padre del Concilio significava infatti per Nicolosi pensare e agire in vista di una chiesa locale aperta al mondo, cordiale e sensibile alle gioie e ai dolori degli uomini, una chiesa senza barriere e senza preconcetti, dove nei fatti si celebrasse il primato dell’ascolto e del dialogo. Una chiesa di tutti, pronta a valorizzare il ministero quotidiano dei fedeli, dove il popolo di Dio, prima di ogni gerarchia, fosse il soggetto di un comune cammino sulle strade della vita. Per questo Nicolosi ha coronato il suo ministero, a metà degli anni novanta,  con la celebrazione di un Sinodo,  da lui interpretato come simbolo di un modo di esserei il vescovo di Noto: un padre della fede, caapace di accompagnare e di incoraggiare, di stare accanto e di sostenere, di volere il bene e di capire. Dedicargli il convegno sul Concilio sarà un modo per ricordarlo e ringraziarlo di cuore, ma soprattutto per iniziare una riflessione profonda sull’attualità della sua lezione e sulla statura storica della sua figura per Noto e per la chiesa tutta.

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