‘DECRETO DEL FARE’. L’ORDINE DEI COMMERCIALISTI A CONFRONTO

La nuova idea dell’Amministrazione finanziaria è quella di muoversi verso un’ottica di semplificazione. E in parte l’obiettivo è centrato. Ma vi sono degli aspetti che piuttosto che rendere più lineare la vita del contribuente e del professionista procedono in una direzione completamente opposta, nel senso di maggiore farraginosità degli adempimenti. E’ uno degli aspetti più interessanti emersi ieri pomeriggio nel corso del convegno su “Gli aspetti fiscali del decreto del Fare” promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili per la circoscrizione del Tribunale di Ragusa e dall’Ordine dei consulenti del lavoro di Ragusa.

Ad aprire i lavori dell’appuntamento, tenutosi a Villa Di Pasquale, a Ragusa, la consigliera dell’Ordine dei dottori commercialisti, Maria Gabriella Diquattro, e la segretaria del consiglio dell’Ordine dei consulenti del lavoro, Giusy Saraceno. “Auspichiamo l’adozione di un metodo strutturale – ha detto Diquattro – per arrivare a delle semplificazioni. Occorre comprendere se esistono già delle norme in essere, per esempio nel decreto del Fare, che si innestano con quelle nuove della legge di stabilità. Norme che messe insieme creino un circolo virtuoso per alleggerire non solo il carico ma dare respiro sia alle imprese sia ai cittadini. Ecco perché come professionisti auspichiamo queste forme di interazione per potere avere qualche speranza anche sui provvedimenti assunti dal Governo affinché, garantendo la stabilità, possa concretizzare qualcosa di buono”.

Tra i relatori, Carmelo Minardi, dottore commercialista a Gela, si è soffermato sul modello di comunicazione polivalente che va ad integrare il cosiddetto spesometro, uno dei modelli previsti dal legislatore per andare a monitorare tutte le operazioni Iva da parte del contribuente. “Questi modelli – ha detto Minardi – rappresentano una conseguenza delle indicazioni semplificative che l’Agenzia delle entrate intende portare avanti”. Esaminato anche il godimento dei beni d’impresa ai soci, piuttosto sentito dai contribuenti perché si tratta di una di quella norme la cui presunzione di fruttuosità del reddito non è stata ancora recepita in maniera forte. Inoltre, per comprendere quale modello di comunicazione inviare all’Agenzia delle entrate, Minardi ha illustrato i modelli dei finanziamenti effettuati dai soci ovvero dai familiari dell’imprenditore alle imprese, anche questo argomento molto spinoso proprio per la finalità elusiva dello stesso. 

Altro relatore Marco Nastasi, dottore commercialista a Gela, che ha analizzato la riforma della riscossione attraverso il ruolo con particolare riferimento alla modifica della riscossione forzata e nello specifico al pignoramento dei beni mobili aziendali, all’espropriazione dell’immobile adibito a prima abitazione, al fermo amministrativo, all’ipoteca, nonché alla rateizzazione che può essere incrementata fino a 120 rate mensili. “Qualche nodo giurisprudenziale – ha aggiunto Nastasi – ci permette di verificare lo stato dell’arte dell’aggio della riscossione che è il compenso che compete al concessionario. Ci sono due sentenze importanti che ci fanno capire come questo campo sia minato e, di conseguenza, non ne conosciamo bene il suo futuro”.

Infine è intervenuto Paolo Amato, dottore commercialista a Palermo, che ha illustrato alcune soluzioni riguardanti i servizi telematici per i commercialisti, soluzioni che permettono ai professionisti di operare dallo studio o da casa senza installare alcun programma. “Grazie a ciò – ha affermato Amato – è possibile espletare le varie pratiche (dai servizi Caf alle istanze camerali, perfino all’attività tipica di un patronato) in maniera semplice, senza alcun problema. L’obiettivo è sempre più quello di curare il cliente a trecentosessanta gradi”.

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