Daouda Diane, il mistero del giovane scomparso ad Acate. L’inchiesta è aperta ma nessuno sa che fine ha fatto

Sono passati ormai tanti, troppi mesi dalla scomparsa di Daouda Diane, l’operaio e mediatore culturale che viveva ad Acate. Sparito nel nulla, come fagocitato dalla terra. La procura della repubblica di Ragusa ha aperto da tempo un’inchiesta per omicidio e occultamento di cadavere ma ad oggi, nessuna notizia si ha del giovane di 37 anni di origini ivoriane, regolare sul suolo italiano, che aveva anche fatto un biglietto aereo per la Costa D’Avorio ma che non ha mai usato.

E’ l’edizione di Palermo di Repubblica a tornare sul caso. Com’è noto, Daouda ha inviato due video ad un amico prima che il suo cellulare si spegnesse. Nel primo, si vede mentre lavora con un martello pneumatico. Nel secondo, una ripresa del cantiere, la SGV Acate, dove parla di dure condizioni di lavoro. L’azienda ha sempre dichiarato che ogni tanto Daouda veniva chiamato a lavoro per effettuare alcune pulizie.

Alcuni testimoni affermano di averlo visto andare via. Ma nell’impianto di videosorveglianza non ci sono tracce della sua uscita dal cantiere. Anche perché non funziona «da tempo». Anche le telecamere di zona non lo hanno inquadrato. Tra gli amici e i conoscenti c’è rabbia: «Da quell’azienda escono decine di camion al giorno, li hanno mai controllati? E nelle cave o nelle vasche vicino hanno mai guardato?», dice al quotidiano un lavoratore che chiede l’anonimato. «Ma noi siamo neri – lo incalza il ragazzo appena ventenne accanto a lui – anche quando moriamo, nessuno ci vede», dichiarano sempre a Repubblica.

Non sappiamo che fine abbia fatto Daouda, certamente non è partito per la Costa D’Avorio a trovare la moglie e la figlia, dato che il biglietto non è mai stato utilizzato. Ma adesso gli amici e i conoscenti chiedono risposte. Daouda manca da troppo tempo e non può essere sparito nel nulla.

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