DALLE STAMINALI ANCORA NUOVI TRAGUARDI PER LA MEDICINA

Gli studi sulle cellule staminali  non si concedono soste, facendo registrare successi insperati quasi quotidianamente; ogni traguardo raggiunto segna l’imbocco di strade nuove e promettenti, impensabili per la medicina fino a pochi anni fa.

A riguardo, in questi giorni, sono stati pubblicati due importanti studi sulle prestigiosissime riviste scientifiche Nature e Cell.

Il primo è stato condotto dalla Columbia University Medical Center e del New York Stem Cell Foundation Research Institute (Nature; “Human oocytes reprogram adult somatic nuclei of a type 1 diabetic to diploid pluripotent stem cells”. Published online  28 April 2014).

«Sono lieta di dire che abbiamo raggiunto il nostro obiettivo di creare cellule staminali paziente-specifiche con trasferimento nucleare di cellule somatiche», ha detto la d.ssa Solomon, coautrice dello studio.  I ricercatori hanno utilizzato un ovocita non fecondato dal quale è stato estratto il nucleo e sostituito col nucleo proveniente da una cellula adulta della pelle di una paziente con diabete di tipo 1. Il perfezionamento di questa tecnica ha permesso di ottenere una linea di cellule staminali embrionali che successivamente sono state indotte a differenziarsi in cellule beta produttrici di insulina. In questa patologia sono proprio le cellule beta ad essere attaccate e distrutte dal sistema immunitario degli stessi pazienti. I risvolti in ambito terapeutico, derivanti dalla messa a punto di tale procedura, sembrano essere molto promettenti. Innanzitutto ogni paziente potrà ricevere un trapianto di linee cellulari autologhe poichè ottenute col nucleo di una sua cellula e quindi con il suo DNA; un aspetto importantissimo per quanto riguarda il problema del rigetto. Nel contempo i ricercatori sono riusciti ad introdurre “modifiche” alle cellule beta così ottenute, tali da non essere più attaccate dal sistema immunitario, risolvendo quindi contemporaneamente l’effetto della patologia ed il reintegro dei tessuti del pancreas andati distrutti nel corso della malattia. Questo studio inoltre è importante perchè per alcuni tipi di patologie, la generazione di cellule staminali da ovociti, può rivelarsi più vantaggiosa rispetto all’ uso delle cellule staminali pluripotenti indotte (IPSc) dove le cellule adulte vengono direttamente fatte “ringiovanire” a staminali.

Ma proprio da queste ultime è stato possibile ottenere un importante risultato illustrato in un altro studio condotto dal King’s College di Londra e dal San Francisco Veteran Medical Center  (Cell – Stem Cell Reports; “3D In Vitro Model of a Functional Epidermal Permeability Barrier from Human Embryonic Stem Cells and Induced Pluripotent Stem Cells”. Published Online 24 April 2014).

Utilizzando le IPSc i ricercatori sono riusciti a coltivare in vitro lo strato più esterno dell’epidermide  ottenendo per la prima volta caratteristiche di permeabilità sorprendentemente simili con quelle della pelle umana in vivo con inoltre il vantaggio di poter produrre una quantità quasi illimitata di cheratinociti di cui tale strato è quasi completamente costituito. Secondo gli studiosi questo metodo troverà presto impiego nello studio delle malattie dermatologiche o di rigenerazione cutanea in seguito a danni da ustioni o traumi:  «Può venire usato per studiare il normale sviluppo della barriera epidermica, le sue alterazioni patologiche e la nostra possibilità di stimolarne la riparazione e la guarigione. Inoltre si possono fare crescere in laboratorio maggiori quantità di equivalenti epidermici umani che verranno utilizzati per testare farmaci e cosmetici». Un aspetto quest’ultimo (di enorme rilevanza etica) che consentirebbe di ridurre notevolmente (e speriamo eliminare per sempre) i test di farmaci e cosmetici sulle cavie animali alleviando definitivamente le sofferenze e la morte di milioni di esseri senzienti.

                                                                            

 

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