DALLE PREVISIONI SULL’OCCUPAZIONE DEL 2 TRIMESTRE 2012 CAUTI SEGNALI DI OTTIMISMO.

 

Per la Confindustria il Pil del primo trimestre 2012 si attesterà ad un -1%.  Rimangono ancora deboli gli ordinativi nel manifatturiero e continua la contrazione nel settore dei Servizi, da 9 mesi a saldo negativo a causa della riduzione della domanda interna. Lo scenario rimane quindi complesso ma s’incomincia a intravedere qualche timido segnale di risveglio sul fronte produttivo e occupazionale. L’anticipatore Ocse per l’Italia di gennaio segnala un +0,4% su dicembre, in salita per la prima volta da un anno. Questo, stando ai dati, può produrre una svolta congiunturale che si farà sentire partire dai mesi estivi. Per il Centro Studi di Confindustria, quindi, segnali di risveglio per l’economia e l’occupazione ma solo a partire dall’estate inoltrata.

Anche dall’indagine sulle Previsioni sull’Occupazione per il 2° trimestre 2012 di Manpower segnali di cauto ottimismo. L’indagine, condotta su un campione rappresentativo di 1001 datori di lavoro italiani, è un termometro che misura le previsioni di assunzione presso le aziende del Bel Paese. Questo dato, per il trimestre che va da aprile a giugno, segna un -2%. Congiuntura negativa quindi, ma migliore di 5 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Nello specifico il 7% delle aziende prevede un incremento dell’organico, l’8% prospetta una riduzione, l’85% non prospetta variazioni sostanziali. Nelle Macro – Aree di riferimento si registra un andamento positivo solo nella regione Centro con un +1%, mentre il saldo negativo più pesante spetta al Sud e Isole che fa segnare un -8%.

Per Stefano Scabbio AD di Manpower Group stà mutando il clima generale del paese. “Nonostante la contingenza continui a far sentire i suoi effetti sull’occupazione e le intenzioni di assunzione espresse dai datori di lavoro rimangano deboli, il miglioramento della previsione rappresenta un segnale di fiducia delle aziende nelle prospettive dell’economia italiana. E’ una ritrovata fiducia che fonda le sue basi anche sulla recuperata credibilità dell’Italia nello scenario internazionale e al suo riconquistato ruolo in Ue. Contestualmente, la riforma del lavoro è in pieno corso, verso il preciso obiettivo di fondare un welfare più moderno e favorire l’occupazione attraverso forme contrattuali di flessibilità ‘buona’ sia in entrata che in uscita, insieme a interventi e semplificazioni legislative che agevolino l’imprenditorialità e lo sviluppo delle imprese. Perché, indubbiamente, i posti di lavoro non si creano ‘per decreto’ ma solo se il Paese si sviluppa attraverso un piano industriale credibile e solido, in grado di attrarre investimenti italiani e stranieri che generano nuova occupazione”.

 

 

 

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