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DAL SINDACO DI CATENANUOVA (ENNA) PAROLE INACCETTABILI, CHE OFFENDONO LA DIGNITA’ DELLE VITTIME DELLA MAFIA!
17 Ott 2015 04:39
Sono trascorsi oltre venti anni da quando Papa Giovanni Paolo II, ad Agrigento, pronunciò le parole “mafiosi convertitevi!”
Di recente, Papa Francesco, ha lanciato più anatemi contro i mafiosi, arrivando alla scomunica delle organizzazioni criminali.
Seguendo il loro esempio e il loro insegnamento, il Vescovo di Nicosia Mons. Salvatore Muratore, con coraggio ed assoluta fermezza nella lotta alla mafia, in una recente visita pubblica ha definito Catenanuova un paese afflitto da fenomeni mafiosi.
Un segnale forte, un segnale di chiara rottura con un passato nel corso del quale in nome della pace sociale e dello status quo, per decenni le istituzioni, la politica, ma anche i vescovi, negavano l’esistenza della mafia. Un segnale che non è piaciuto al sindaco del comune siciliano, Aldo Ubaldo Biondi, che ha sfruttato la pubblica piazza in occasione del 25° anniversario della “Misericordia”, per dire ciò che pensa sulla criminalità organizzata a Catenanuova; lanciando un’invettiva nei confronti del Vescovo di Nicosia.
Il primo cittadino nel salutare gli intervenuti, ha inteso ricordare che la comunità catenanuovese, non si può definire afflitta da fenomeni mafiosi, piuttosto: “quello che ha detto il vescovo in maniera imprudente che Catenanuova è una città mafiosa penso che ha preso un abbaglio e che cortesemente non lo dica più….. pretendo che ha sbagliato……, spero di non ritornare sull’argomento… “. Il tutto assecondato ed applaudito dal Presidente del consiglio comunale Prospero Castiglione, e dal presidente della Misericordia Carmelo Scravaglieri.
Quale sia la realtà di Catenanuova lo si può evincere dai gravi episodi criminosi avvenuti nel piccolo centro, dalle inchieste, dagli arresti.
Un Primo cittadino non può ignorare e sottovalutare tale fenomeno, ampiamente dimostrato dai fatti, creando nell’immaginario collettivo una realtà distorta che impedisce alla cittadinanza di prendere coscienza del fenomeno per poterlo meglio fronteggiare.
Se un primo cittadino, nonostante le comprovate infiltrazioni nel tessuto economico e sociale del suo paese, fa una simile affermazione, rischia di trasmettere alle organizzazioni criminali presenti nel territorio un messaggio, certamente non voluto, stando al quale hanno la strada libera per continuare a fortificare le proprie attività illecite, acquisendo come dato che non c’è volontà alcuna da parte della politica di attenzionare e contrastare i fenomeni mafiosi. L’errata impressione che se ne avrebbe, è quella che le pericolose relazioni del passato ritornino in scena e forse dalla stessa non siano mai uscite.
Ritengo inoltre, che tali atteggiamenti siano offensivi nei confronti delle vittime che hanno subito e che devono continuar a subire tali indifferenze. La mafia esiste, è presente in modo capillare sul territorio e va contrastata con tutti i mezzi a nostra disposizione.
Giuseppe Ciminnisi
Coordinatore nazionale dei familiari di vittime di mafia
dell’associazione “I Cittadini contro le mafie e la corruzione”
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