Dal 18 maggio si potrà tornare a messa. Ma con le dovute precauzioni

E’ stato firmato questa mattina dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Presidente della CEI, il Protocollo che permetterà la ripresa delle celebrazioni delle messe con i fedeli.  Il testo giunge a conclusione di un percorso che ha visto la collaborazione tra la Conferenza episcopale italiana, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro dell’Interno, il Prefetto del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione e il Capo di Gabinetto, Alessandro Goracci e il Comitato Tecnico-Scientifico.

Nel rispetto della normativa sanitaria disposta per il contenimento e la gestione dell’emergenza Covid-19, il Protocollo indica alcune misure da ottemperare con cura, per quanto riguarda l’accesso ai luoghi di culto in occasione di celebrazioni liturgiche; l’igienizzazione dei luoghi e degli oggetti; le attenzioni da osservare nelle celebrazioni liturgiche e nei sacramenti; la comunicazione da predisporre per i fedeli, nonché alcuni suggerimenti generali per rendere il protocollo attuativo.

Fra le misure da adottare: nessuno scambio della pace, e acquasantiere vuote, accessi contingentati, ovvero numero chiuso, mascherine obbligatorie, distanze, distribuzione della comunione con guanti monouso, disinfezione degli ambienti, divieto di ingresso a chi ha febbre sopra ai 37,5 gradi.

Dal 18 maggio i fedeli cattolici potranno tornare ad andare a messa.

Impegno analogo è stato preso anche con i rappresentanti delle altre fedi, dagli ebrei ai musulmani

Entrando in chiesa bisogna rispettare la distanza di «almeno un metro e mezzo», se possibile si devono aprire più ingressi e distinguerli dalle uscite, con le porte che restano aperte «per favorire un flusso più sicuro ed evitare che porte e maniglie siano toccate». All’ingresso saranno disponibili dei «liquidi ingienizzanti» per le mani. I fedeli indosseranno le mascherine e non potranno entrare se hanno una temperatura pari o superiore ai 37,5 gradi o sono stati in contatto «nei giorni precedenti» con persone positive al Covid-19. «Si favorisca, per quanto possibile, l’accesso delle persone diversamente abili, prevedendo luoghi appositi per la loro partecipazione alle celebrazioni nel rispetto della normativa vigente».

I luoghi di culto, comprese le sagrestie, «siano igienizzati regolarmente al termine di ogni celebrazione»; si dovrà inoltre «favorire il ricambio dell’aria». Può esserci un organista ma «si ometta il coro», non si deve fare lo scambio della pace, le acquasantiere resteranno vuote. Quanto alla distrubuzione della Comunione, «avvenga dopo che il celebrante e l’eventuale ministro straordinario avranno curato l’igiene delle loro mani e indossato guanti monouso; gli stessi – indossando la mascherina, avendo massima attenzione a coprirsi naso e bocca e mantenendo un’adeguata distanza di sicurezza – abbiano cura di offrire l’ostia senza venire a contatto con le mani dei fedeli».

Evitare contatti, soprattutto: per questo «non è opportuno che siano presenti sussidi per i canti o di altro tipo» e le offerte non dovranno essere raccolte durante la messa ma «attraverso appositi contenitori» all’ingresso della chiesa. Tutte le disposizioni si applicano, ovviamente, anche per battesimi, matrimonio, unzione degli infermi e funerali. Le cresime sono rinviate.

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