DA GENNAIO 200 MLN PER POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO, LOTTA ALLA POVERTA’ E GIOVANI PROFESSIONISTI IN SICILIA

Taormina, 15 ottobre 2016 – Da gennaio 2017 scompariranno i vecchi ammortizzatori sociali, al loro posto anche in Sicilia saranno attivate nuove misure di politica attiva del lavoro, come l’assegno di ricollocazione: chi perderà l’impiego sarà aiutato a trovarne un altro. Per questa misura l’assessore regionale al Lavoro, Gianluca Miccichè, ha firmato il relativo decreto e a giorni sarà pubblicato un bando dotato di 50 milioni di euro.

“Entro dicembre – ha aggiunto Miccichè, intervenuto oggi a Taormina al Congresso regionale dei Consulenti del lavoro – firmeremo la convenzione con l’Anpal, l’agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, che prevede anche la creazione di un’Agenzia regionale delle politiche attive del lavoro a supporto dei centri per l’impiego. Si occuperà di servizi obbligatori, di politiche dell’emigrazione e di gestione dei fondi Ue con relativa rendicontazione. In quest’ultimo caso risolviamo un antico problema: ad esempio ho dovuto sbloccare mille pratiche di credito d’imposta ferme dal 2011 perché gli uffici non facevano la rendicontazione”.

Oltre alle politiche per l’emigrazione, trascurate da molti anni, partirà anche una forte azione per contrastare la povertà, dotata di 114 milioni, che saliranno a 140, nell’ambito del Sia, “sostegno all’inclusione attiva”, che prevede un beneficio economico alle famiglie in condizioni disagiate con almeno un minore o un disabile o una donna in gravidanza, purché l’intera famiglia si faccia prendere in carico all’interno di un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa.

“Nei prossimi cinque anni – prevede l’assessore Miccichè – passeranno dai nostri uffici 1,5 milioni di siciliani, quasi un terzo dell’intera popolazione”.

L’assessore, però, parlando a quasi 500 consulenti del lavoro siciliani, ai vertici regionali e a quelli nazionali di categoria, ha annunciato la decisione, prima nella storia, di puntare anche sul sostegno ai professionisti, “che sono la cinghia di trasmissione dell’economia siciliana fungendo da raccordo fra istituzioni e imprese”. Quindi, si sta definendo un bando, dotato di 10 milioni di euro, destinato a finanziare giovani che intendono avviare l’attività professionale attraverso il microcredito, lo start up, il coworking, il workhouse, ma anche tirocini formativi presso studi professionali.

“La rete dei consulenti del lavoro – ha risposto il presidente regionale Leonardo Giacalone – è pronta ad affrontare la sfida delle nuove politiche attive del lavoro, grazie anche al fatto che in questi mesi l’assessore Miccichè ha rimesso in moto la macchina burocratica con la quale adesso possiamo confrontarci con risultato. E la convenzione firmata con l’ispettorato nazionale per attivare anche in Sicilia il coordinamento unico degli ispettori del lavoro ci aiuta nell’opera di difesa delle imprese che scelgono la legalità dalla spietata concorrenza di aziende che abbattono i costi non rispettando le regole e ricorrendo al lavoro nero. C’è il rischio che trascinino in basso l’intera economia. Se un ispettore va in una piccola bottega che lavora alla luce del sole ma omette alcune minime prescrizioni, ha l’obbligo di comminare sanzioni anche da 10mila o 20mila euro. Il bottegaio ha due possibilità: o non pagare, o chiudere e lavorare in nero. La collaborazione fra Regione, ispettorato unico e consulenti del lavoro, attraverso l’opera di informazione e prevenzione, deve servire anche a evitare che accadano queste cose”.

E Giacalone ha salutato con favore le misure in arrivo dalla Regione per tutti i professionisti siciliani: “La nostra categoria – ha chiarito – registra, in controtendenza nazionale, un aumento di iscritti, ma un impoverimento del fatturato medio, appena 34mila euro l’anno, fra i più bassi d’Italia, in una regione in cui spesso i clienti spesso non pagano neppure; ciò malgrado noi continuiamo ad assisterli ugualmente affrontando pesanti sacrifici. C’è poi l’accesso alla professione, che è reso arduo dall’esame, uno dei più difficili fra tutte le professioni”.

Miccichè ha risposto, infine, al dubbio se l’assessorato sia nelle condizioni di fare fronte ai nuovi investimenti per l’occupazione: “Certamente – ha detto Gianluca Miccichè – ho nominato 50 dirigenti degli uffici del lavoro e centri per l’impiego (ne mancavano 37) e molti negli ispettorati del lavoro; è stata da poco pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea la gara, per circa 10 milioni di euro in sei anni, per i servizi informatici degli uffici periferici, dove mancano persino la Pec e il protocollo informatico; ho avviato la rotazione del personale e la riqualificazione curata dal Formez e da Italia Lavoro; è partita la riorganizzazione logistica degli immobili con 3 milioni di euro per risistemare gli uffici, metterli in sicurezza e acquistare Pc e software; grazie all’ispettorato unico metteremo insieme tutte le banche dati e avremo finalmente gli obiettivi delle ispezioni”.

 

 

 

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