Cuginetti D’Antonio, sentenza annullata. I familiari: “Solo noi condannati a vita”

E’ stato un fulmine a ciel sereno quello che ha colpito ieri la famiglia di Alessio e Simone D’Antonio, i due cuginetti vittoriesi rimasti uccisi dal suv e mai dimenticati. Come mai ci si può dimenticare dei dolori dei familiari, da sempre molto uniti in questa lotta.

“Pensavamo che almeno quei nove anni, che a noi sembrano comunque una pena troppo piccola, venissero mantenuti e invece oggi veniamo a conoscenza che la Cassazione ha annullato la sentenza di appello e si tornera’ in aula. E sicuramente la pena non verra’ aumentata ma diminuita. La nostra condanna e’ a vita: i nostri figli sono stati uccisi da una persona che guidava in stato di alterazione, a velocita’ folle. Solo la nostra condanna e’ a vita”.

E’ Alessandro D’Antonio a parlare con l’AGI dopo avere appreso che la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna a 9 anni di carcere per Rosario Greco, l’uomo che travolse e uccise con il suv, guidando mentre era in stato di alterazione psicofisica, suo figlio Alessio e suo nipote Simone. Famiglie, la sua e quella del fratello Tony per le quali il dolore si rinnova. “Non conosciamo la motivazione – aggiunge – ma non e’ giusto. Gia’ i nove anni sembravano poco, ma ora che vengano ancora ridotti, e’ un pensiero che non ci da’ pace”. Cio’ che addolora le famiglie e’ che negli anni, dall’11 luglio del 2019 ad oggi, nulla e’ cambiato in merito all’inasprimento delle pene per l’omicidio stradale.

“Sono venuti i ministri Salvini, Bonafede e Di Maio a Vittoria, da noi; ci avevano promesso un disegno di legge che potesse evitare nel futuro che che uccideva qualcuno perche’ guidava ubriaco o drogato potesse scontare solo qualche anno di carcere. Ecco, ancora aspettiamo! Ma quanto dobbiamo aspettare ancora? Il nuovo governo Draghi a quanto ci dicono, non ha alcuna intenzione di fare una nuova legge nel nome di Alessio e Simone e per tutte quelle famiglie alle quali e’ stato strappato un figlio da una persona guidava in stato di alterazione. Ma quei ministri, cosa sono venuti a fare a Vittoria? Solo passerella!”.

Alessandro D’Antonio con il fratello Tony e le mogli Lucia e Valentina non intendono arrendersi: “Abbiamo rispettato i tempi – dicono – il rallentamento dovuto alla pandemia…ma quanto dobbiamo aspettare ancora? Quante famiglie dovranno ancora soffrire come e’ accaduto a noi?”.

Un accorato appello alle istituzioni affinchè venga istituita una legge nel nome di Simone e Alessio.

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