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CROCETTA SIAMO PASSATI DALLE ACCUSE DI STRAGI AI GOSSIP DI PROVINCIA
22 Lug 2015 14:49
Palermo, 22 lug. “Sembra quasi surreale che coloro che per giorni hanno
ipotizzato una strage non sentano il bisogno di chiedere pubblicamente scusa al
popolo siciliano e pur di continuare la loro campagna denigratoria, continuano
a rappresentare una storia tutta fantasiosa, quasi presa da un testo di Alfred
Jarry.
Come ad esempio quel testo titolato proprio “gesti ed opinioni del dottore
Faustroll, patafisico”, del 1911.
Il mio medico lo frequentavo in quanto medico e non sono il solo cittadino
palermitano che si sia rivolto alle cure del medesimo. Cure che per quel che mi
riguarda sono state persino efficaci. D’altra parte essendo diabetico, andavo
nel suo studio almeno ogni 15 giorni. Andiamo ai fatti. La circostanza che
Tutino abbia detto quella frase su Lucia Borsellino è smentita da tutte le
procure siciliane. Che quella frase io l’abbia mai sentita non è stato neppure
esplicitato da l’Espresso. E così dopo lo shock stragista, si passa ai sottili
argomenti della denigrazione umana e politica. La foto di Tutino in prima
pagina che mostra i suoi muscoli – chissà forse sono amanti? – per un gay
l’accusa ci sta; solo che Tutino è eterosessuale, persino machista, un
presidente prigioniero politico di un medico che rappresenta il potere della
sanità in Sicilia. Quali affari legano me e Tutino? Quali aziende abbiamo in
comune? Quali affari ha Tutino? Quali affari ho io? Si indaghi. E quel patto
scellerato, da quali interessi può essere nato, se non ci sono? Non possiedo
cliniche, non possiedo aziende di nessun tipo, non c’è niente per cui mi si
possa accusare. Il gossip da tre soldi però, tutto provinciale, tutto
riconducibile alla mediocrità dei soggetti che lo praticano -” omnia immunda,
immundis” – le cose immonde agli immondi. Andiamo ai manager della sanità.
Chiunque può sognare persino di condizionare le mie scelte, ma rimangono sogni,
castelli in aria. Il manager di Agrigento Ficarra aveva molte ragioni di
risentimento nei confronti di Sampieri, se è vero com’è vero che ha avuto
contro di lui ben due cause che aveva già vinto difronte al tribunale di Gela.
La commissione di valutazione dei manager era composta da tre personalità
indiscutibili, un magistrato, un professore della Normale di Pisa, un
rappresentante dell’Agenas. Con tale commissione io non ho mai interloquito. La
selezione che viene effettuata riguarda 38 aspiranti manager. La legge ci
consentiva, ed era persino opinione diffusa in Parlamento, di scegliere al di
là della valutazione della commissione, all’interno della lista di diverse
centinaia di ammessi dove qualche amico escluso, onestamente c’era. Non solo
mio ma di tanti politici.
Con Lucia decidiamo di attenerci rigorosamente ai risultati della commissione
e persino di restringere i criteri di selezione, escludendo dall’attribuzione
dell’incarico tutti coloro che avevano ricoperto incarichi manageriali
precedenti, per dare un segno di discontinuità, salvo un paio di eccezioni
derivate dalla supervalutazione della segreteria tecnica dell’Assessorato.
Di escludere ancora tutti coloro che venivano dalla sanità privata, coloro che
non aveano titoli sanitari, coloro che avevano fatto performance negative nelle
aziende e coloro che avessero fatto uso sistematico, nell’affidamento di beni e
servizi di affidamenti diretti, di trattative negoziate, di proroghe e
trattative private. Alla fine i manager nominabili erano rimasti in 22., se si
considerano coloro che, nel frattempo, per effetto dell’abbassamento dei
compensi, da noi deciso, hanno scelto di lavorare altrove. E’ immaginabile che
in una lista di 22, per 18 posti, ci potesse essere, seriamente, qualcuno che
potesse influire sulle scelte. Può essere accaduto che qualcuno si sia rivolto
inutilmente e persino stupidamente a tanti, magari non intercettati, e anche
al mio medico ritenendo che questi potesse condizionarmi; il Crocetta
presidente, che non ascolta le sirene di alcuno, è improvvisamente nel gioco
surreale degli inganni, dopo essere stato accusato di agire per due anni e
mezzo in totale autonomia, diventa prigioniero del cerchio magico di potere del
suo medico. Nessuno può pensare che io abbia tradito Lucia Borsellino, per non
avere riferito i desiderata di tanti, segno chiaro invece che non intendevo
affatto tradirla poichè delle tante sollecitazioni pervenute, e sicuramente non
dal mio medico, non ne abbiamo tenuto conto nè io nè lei. Le ho considerate
parole al vento che hanno persino determinato scontri violentissimi causati da
soggetti che non sono stati accontentati. Questi sono i fatti. La lista dei
manager pervenuta in giunta è stata selezionata dalla segreteria tecnica, non
nominata da me, dell’Assessorato, e su quella base senza eccezione alcuna si è
scelto. Non c’è stata nessuna influenza neppure indiretta su Lucia Borsellino,
nè su di me. Questi sono i fatti. D’altra parte non ho mai avuto alcun rapporto
nè pubblico nè privato con nessuno di quei manager nominati e, il 90% di loro
mi era sconosciuto, proprio perchè non conosco nessuno nel mondo della sanità
siciliana. Nessuno mi può rimproverare nè rapporti nè complicità o condivisioni
di interessi. Ho persino difficoltà nel curarmi poichè non conosco neppure i
medici a Palermo. Migliore l’ho conosciuto sulla base di una richiesta sua
personale poichè voleva rappresentarmi alcune proposte di miglioramento e
razionalizzazione della sanità siciliana. Lo mandammo come commissario all’Asp
di Messina, dove tutti lo rimpiangono per la grande capacità che aveva
dimostrato, capacità indiscussa e con un giudizio positivo da parte sia di
tutto il mondo sanitario della Sicilia che dell’assessorato salute. Non si
butti, dunque, nella fornace un’indiscussa personalità, sulla base del fatto
che essendo palermitano e appartenente al mondo sanitario della città, potesse
avere rapporti di amicizia con Tutino. D’altra parte i rapporti di amicizia con
Matteo Tutino a Palermo li hanno in tanti, e ce li hanno avuti in tanti a
Palermo. Anche Toto’ Cuffaro si rivolse a lui per dimagrire. Solo che nessuno
teorizzò che Tutino potesse influenzare le scelte di quel presidente, non
essendo Toto’ gay. Nel mio caso, c’è l’irragionevole dubbio.
Ci sarebbe da morire di risate se non fosse una vicenda tragica e persino
golpista. A Totò Cuffaro infatti rimproverarono ben altri rapporti, compreso
quello della famosa clinica di Bagheria riconducibile alla mafia siciliana, che
suggeriva le tariffe della sanità. Coloro che si indignano oggi, allora non si
indignarono fino a chiedere la mozione di sfiducia, anche in presenza di una
condanna penale. Oggi la Magistratura continua a smentire tutto e ad affermare
che la politica non può utilizzare inesistenti fatti giudiziari per regolare i
propri conti.
Non ho commesso reati, non sono influenzabile da alcuno, ho denunciato
miliardi di malaffare, ho destituito dirigenti inquisiti per corruzione, ne ho
persino denunciati diversi, ho abbassato gli stipendi dei dirigenti
riportandoli al minimo in Italia e poi il resto verrà spiegato in Assemblea.
Ho avuto il coraggio di licenziare 90 ex Pip accusati di associazione a
delinquere di stampo mafioso appartenenti alle principali cosche di Palermo.
Ho sempre denunciato il malaffare, da assessore comunale, da sindaco, da
parlamentare europeo impegnandomi nella costituzione della commissione di
indagine delle mafie in Europa, nella quale sono stato primo vicepresidente, ho
contribuito a fare arrestare decine di mafiosi ed attaccare il loro patrimonio.
Non possiedo null’altro di quello che proviene dal mio reddito ufficiale. Non
ho attività lavorative secondarie, non ho mai fatto parte di alcun Cda, se non
nel direttivo dell’associazione Antiracket di Gela. Ho tagliato spese di
rappresentanza e costi di consulenze. Si vuole ridere sui miei privatissimi
rapporti che non determinano alcuna scelta pubblica? Mi si vuole continuare a
denigrare? Lo si continui a fare pure, solo che oggi per effetto di questa
campagna infame io ho ricevuto una lettera anonima dove c’è scritto “PERCHE NON
SI UCCIDE LEI?”. Chi mi risarcirà di tutto questo, chi risarcirà la Regione e
il popolo siciliano dell’ennesima ignominia fabbricata da menti perfide
interessate solo al malaffare. Prendano pure le distanze tutti. Nel dubbio ci
si creda e nel dubbio ognuno pensi a salvare le proprie carriere per dire di
essere estraneo al “cerchio magico” di Crocetta e nel frattempo non comprovare
di essere nel cerchio magico dei potentati veri, quelli che rubano i soldi dei
siciliani. Si continui così, uccidendo secondo per secondo un uomo colpevole di
voler tagliare il malaffare. Lo si faccia fino in fondo per ragioni anche
“nobili” legate alla ragione di Stato. Si vada avanti. Si costruiscano pure
altri falsi dossier e li si pubblichi pure. Prima o poi i responsabili veri di
questa montagna di menzogne saranno scoperti e la vergognosa ignominia di cui
oggi io sono vittima si ritorcerà contro i carnefici, contro coloro che hanno
armato quelle mani e contro coloro che per vigliaccheria, per compiacenza, per
bieco interesse politico, la pistola dalle mani degli assassini, non l’hanno
voluta togliere. Si vergognino difronte alla loro coscienza, ai loro familiari,
difronte alla storia, difronte al popolo italiano e siciliano”.
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