Crack: è questa la droga che affligge la provincia di Ragusa. I dati sono preoccupanti e ora anche la politica se n’è accorta

E’ un problema trasversale, che affligge tutta l’Italia. La Sicilia non ne è esente e, cosa ancora più sorprendente, la provincia di Ragusa su questo argomento, ha molto da dire e deve farci i conti. Stiamo parlando di droghe e in particolare di una droga economica che è molto diffusa fra i giovanissimi: il crack.
Il crack si ricava tramite processi chimici dalla cocaina e viene assunto inalando il fumo dopo aver surriscaldato i cristalli in pipe apposite di vetro o da bottiglie di plastica modificate o lattine.


Questa operazione provoca degli scricchiolii che danno origine al suo nome. È stata originariamente concepita e sintetizzata per uno scopo ben preciso: era destinato ai cocainomani cronici come sostituto della cocaina, in quanto l’assunzione nasale della cocaina provocava la distruzione dei tessuti nasali, per cui l’unica modalità di assunzione alternativa era rappresentata dall’inalazione.
È uno stupefacente altamente pericoloso in grado di indurre elevata dipendenza e rapida assuefazione psicologica e fisica.


Gli effetti del crack hanno una salita immediata, intensa e molto breve (3-15 minuti). Gli effetti desiderati sono quelli di sensazioni di forza ed energia, scioltezza comunicativa, euforia, disinibizione, vivacità e forte eccitazione. Il rovescio della medaglia è un down molto pesante: la persona può sentirsi molto depressa e apatica, può sperimentare stati paranoici, nervosismo e irritabilità, insonnia o ipersonnia, mancanza di appetito, diminuzione delle sensazioni di piacere, disturbi dell’umore, crisi di ansia, indurre malattie mentali e la voglia di rifumare può ripresentarsi esageratamente forte.
Da tre anni a questa parte, l’uso di crack in provincia di Ragusa è diventato altamente preoccupate. Lo confermano i dati dei tre Sert presenti in provincia di Ragusa, ovvero quelli di Ragusa, Modica e Vittoria. In particolare, il dottor Giuseppe Mustile, responsabile dei Sert, ci fornisce alcuni dati su cui vale la pena riflettere. Il 70% dei consumatori di cocaina sono consumatori di crack e rispetto ai tre anni passati, nel 2022 sono 140 i ragazzi in provincia che si sono rivolti ai Sert per avere un aiuto. Ma la cosa che rende ancora più insidiosa questa piaga è il fatto che a consumare crack sono soprattutto giovani in età scolare, fra i 15 e i 18 anni, mentre generalmente un consumatore di cocaina si aggira sui 30 anni.

A rendere appetibile questa droga è il suo prezzo relativamente basso: mentre una dose di cocaina costa circa 30 euro, una di crack costa fra i 15 e i 20 euro, praticamente la metà. Inoltre, i ragazzi tendono a “cucinarla” in casa da soli, o l’acquistano direttamente già pronta sul mercato nero. 200, invece, le persone in cura nei Sert della provincia per dipendenza da cocaina. Situazione diversa quando si parla di cannabinoidi. Sono considerate droghe di contorno, per chi già fa uso di altre sostanze o droghe che vengono consumate singolarmente soltanto in un breve periodo dell’esistenza. Bisogna precisare, però, come ci spiega il dottor Mustile, che attualmente esistono sul mercato nero cannabinoidi che vengono potenziati di 4 o 5 volte rispetto allo spinello classico grazie all’uso di additivi sintetici.


Completamente diversa, invece, il problema eroina. In provincia vi sono circa 6 o 7 persone che si rivolgono ai Sert per questo problema in un anno. Rispetto agli anni ’80, dunque, questo problema è drasticamente diminuito, considerando anche il fatto che non si registra un decesso per overdose di eroina da moltissimo tempo in provincia di Ragusa.
Anche l’uso di farmaci oppiacei, tanto in voga oltreoceano, in Italia è un problema che riguarda una fascia ristretta di popolazione, soprattutto perché le prescrizioni di medicinali sono molto più rigorose. Capita, però, che dopo alcuni interventi chirurgici vengano prescritti a scopi medici alcuni farmaci oppiacei e in soggetti particolarmente sensibili alle dipendenze ciò può causare un problema. Solo in quel caso, allora, qualcuno si rivolge al mercato nero per avere dei farmaci di questo tipo.


E non dimentichiamo che anche l’alcol è considerata una droga a tutti gli effetti, anche se la maggior parte delle volte non viene percepita come tale. L’alcol, spesso, funge da porta d’ingresso al mondo delle droghe ed è la prima sostanza che viene consumata. E’ accettato socialmente come fosse una bevanda, quasi un rito collettivo, ma nei casi di abuso può provocare uno stato di tossicità molto acuto e preoccupante.
“Oggi bisogna fare i conti con dipendenze nuove e con consumatori nuovi”, ci spiega il dottor Mustile e aggiunge: “Le istituzioni devono capire che il problema delle droghe non va affrontato come si faceva negli anni ’80. Faccio presente che nei tre Sert della provincia di Ragusa vi sono 2500 utenti per i più svariati motivi. Ma ad occuparsene ci sono 18 operatori in meno rispetto agli anni ’90, quando di utenti ne avevamo solo 400”.


La politica, finalmente, sembra essersi accorta di questo grave problema dell’abuso di crack e proprio qualche giorno fa è stata presentata una mozione firmata dai deputati regionali Nello Dipasquale Tiziano Spada. La mozione vuole invitare il governo siciliano ad avviare una campagna capillare e informativa sui giovani. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Di certo, è un problema in costante crescita e se questo è in primo passo, ben venga.

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