Covid, la CGIL: “A Ragusa test antigenici inadeguati per le varianti”

Sul fronte dell’emergenza sanitaria il Governo regionale “accumula errori su errori con una gestione che si conferma inadeguata”. Lo sostiene la Cgil che solleva il caso dei tamponi antigenici. Arriva da Ragusa la notizia dell’avvenuto acquisto, da parte dell’Asp e per l’intero bacino, di più di 3 milioni di test antigenici per una spesa totale di 3,27 milioni, al prezzo dunque di 1,09 euro ciascuno.

Si tratterebbe di test di prima generazione, quindi inattendibili per le ultime varianti del Coronavirus. “Di fronte a un quadro pandemico come quello che abbiamo davanti- dice un documento delle strutture Cgil, Fp, Spi di Ragusa e regionali- e con le carenze strutturali del sistema sanitario regionale non si può continuare con tanta approssimazione, puntando su un sistema di tracciamento affidato a una strumentazione inadeguata”. A gennaio peraltro la stessa Asp ha pubblicato un altro avviso per un ulteriore acquisto di test per circa 2,6 milioni secondo il criterio di aggiudicazione al prezzo più basso. La Cgil Sicilia e di Ragusa lanciano un allarme sul rischio che si stia procedendo allo stesso modo e in tutta la Regione.

Chiedono dunque all’Assessorato regionale alla Salute di “conoscere le motivazioni delle scelte assunte a livello politico e istituzionale sia dal governo che dalle Asp in materia di acquisto di testi rapidi”. “Magari occorre spendere di più – dice il documento – per test più affidabili come quelli di ultima generazione”. “La tracciabilità – afferma Peppe Scifo, segretario generale della Cgil di Ragusa – è un tema strategico, per la salute pubblica, per il funzionamento delle strutture sanitarie e dell’economia in genere. La politica – sottolinea – deve assumere decisioni conseguenti”. Come quella di affidarsi ai test di ultima generazione a immunofluorescenza e con lettura microfluidica, sensibili alle varianti Omicron.

“E’ inaccettabile – aggiunge il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino – che si continui a procedere così. Su fronte della sanità la pandemia ha fatto emergere tutte le criticità del sistema regionale e vicende come quest’ultima – rileva – confermano che una inversione di tendenza continua a non esserci”. Sul caso, la Cgil ha anche prodotto un video che racconta la vicenda e dà peraltro conto “delle difficoltà e degli ingorghi nei Pronto Soccorso e dei tanti focolai nelle strutture sanitarie del ragusano a causa dell’inadeguato sistema di tracciamento”. “La politica dia indicazioni nette – è la richiesta del sindacato -, per un sistema di tracciamento efficace”.

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