COSENTINI: “IN SICILIA IL PID PROPORRA’ UNA NORMA REGIONALE PER UTILIZZARE I FONDI RICAVATI DALLE ROYALTIES”

“La mancata riscossione delle accise per la raffinazione del petrolio ed il conseguente aumento della benzina nella nostra regione (vincolato al continuo aumento del costo del barile di petrolio a livello mondiale) nonostante l’estrazione e raffinazione del greggio siciliano non è più tollerabile”. Lo sostiene Giovanni Cosentini, vicesindaco di Ragusa che, nell’ultima riunione dell’ufficio politico regionale dei Popolari per l’Italia di Domani, organismo di cui Cosentini fa parte, ha fatto presente la necessità di avviare una pressante interlocuzione con il Governo siciliano per ottenere riscontri immediati sulle accise e sulle royalties in un momento di grave crisi per il popolo isolano.

“La novità che intendiamo proporre – aggiunge Cosentini – è quella di una norma regionale che garantisca la destinazione dei fondi ricavati dalle royalties per la diminuzione del costo del carburante in Sicilia. E’ stato valutato che le compagnie petrolifere, che dal sottosuolo siciliano estraggono petrolio pari al 10% del fabbisogno nazionale, versano alla Regione una royalties (ovvero provvigioni dalla aziende petrolifere da impiegare in opere pubbliche) solo del 7%. Per la raffinazione del 60% dei carburanti utilizzati in Italia, e la cui attività ha causato ingenti danni ambientali a vasti territori della Sicilia, invece, le accise finiscono direttamente nelle casse dello Stato ed una parte nelle regioni del nord del Paese in cui le compagnie hanno la residenza fiscale. Alle imprese vanno gli enormi utili industriali, allo Stato le enormi entrate fiscali. Si calcola, per approssimazione, che dalle accise sulle produzioni delle aree industriali di Gela ed Augusta alle casse romane giungano annualmente una variabile fra iva e accise fra i 12 ed i 30 miliardi di euro annui.

A fronte di questa produzione sovradimensionata rispetto al fabbisogno energetico regionale, alla nostra isola rimangono solo i guasti ambientali mentre altre regioni hanno la possibilità di abbassare il prezzo della benzina per i propri abitanti (come ad esempio il Trentino Alto Adige), altre hanno stipulato accordi separati per ottenere royalties per 102 milioni di euro (come ad esempio la Basilicata) da utilizzare sul territorio. Ecco perché riteniamo sia arrivato il momento di avviare un serio percorso per ottenere risposte su un fronte che, mai come in questo momento, ha bisogno di essere ricompattato per ricercare risposte serie ed efficaci”.

 

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