Corteo non autorizzato in ‘epoca Covid’ a Vittoria: tredici a processo

Prima udienza ieri a Ragusa del processo che vede tredici persone imputate per avere promosso, in concorso, un corteo di circa 100 manifestanti che ha sfilato per le vie di Vittoria per protestare contro le misure introdotte dal Governo per contrastare la pandemia. Era il 25 ottobre del 2020. Secondo la tesi dell’accusa non ne venne data comunicazione al questore nei tempi previsti dalle norme. Il reato è previsto dal Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza che punisce i promotori di una riunione, in questo caso un corteo, non autorizzato. I tredici imputati, secondo l’accusa, avrebbero indicato l’itinerario che il corteo doveva percorrere, nonostante le forze dell’ordine avessero invitato a desistere. Vennero esplosi petardi e volarono insulti indirizzati ai poliziotti.

A processo davanti al Tribunale monocratico di Ragusa sono finiti Santo Ristagno, Gaetano Abbate, Gianfranco Galvano, Carmelo Speranza, Angelo Ventura (1986), Francesco Giliberto, Angelo Ventura (1984), Umberto Favuzza, Emanuele Sessa, Massimiliano Buzzone, Giovanni Giacchi, Fortunato Favata, Serena Luana Ambra Arangio Mazza. La vicenda fece scalpore; in quei giorni venne comunicato che a Vittoria – proprio per le misure di contenimento della pandemia -, non si sarebbe votato per le Amministrative già previste per il 22 novembre e il comune era già da due anni commissariato per mafia. Il corteo raggiunse la casa di Francesco Aiello, allora candidato sindaco (venne eletto un anno dopo). “Un complotto”, commentò all’epoca il candidato Aiello che scese in strada, organizzato per metterlo in cattiva luce in un clima politico avvelenato; tra le persone che sotto il suo balcone, in quel frangente, lo chiamavano a gran voce, anche noti pregiudicati. L’attuale primo cittadino denunciò l’accaduto invitando a fare chiarezza. Nel procedimento non ci sono costituzioni di parte civile. La prossima udienza si terrà a novembre con l’escussione dei primi cinque testi della pubblica accusa. 

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