Coronavirus ricercatrice ragusana allo Spallanzani di Roma isola il virus: “Cura ora più vicina”

I virologi dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”, a meno di 48 ore dalla diagnosi di positività per i primi due pazienti in Italia, sono riusciti, primi in Europa, a isolare il virus responsabile dell’infezione. Avere a disposizione il virus è un passo fondamentale che permetterà di perfezionare i metodi diagnostici esistenti ed allestirne di nuovi.

É ragusana una delle ricercatrici che ha isolati il virus. «Abbiamo lavorato per cinque ore al giorno nel laboratorio ad alta protezione, usando tute, mascherine e precauzioni, ci siamo coccolati il virus, perché mica è semplice. Però alla fine ce l’abbiamo fatta. Venerdì alle 22.30 abbiamo avuto la certezza che era stato isolato». Lo spiega L a dottoressa Concetta Castilletti, ragusana, in un’intervista a Mauro Evangelisti de Il Messaggero. La Castilletti è responsabile dell’Unità virus emergenti dell’Istituto Spallanzani che ha raggiunto l’importante risultato di isolare il Coronavirus di Wuhan. Due donne del sud hanno raggiunto questo risultato straordinario, perché con lei ha lavorato Francesca Colavita, 30 anni, ricercatrice precaria ma già di notevole esperienza visto che insieme alla dottoressa Castilletti è stata in Africa ai tempi dell’Ebola.

Questo risultato permetterà di studiare i meccanismi della malattia per lo sviluppo di cure e la messa a punto del vaccino. La sequenza parziale del virus isolato nei laboratori dello Spallanzani, denominato 2019-nCoV/Italy-INMI1, è stata già depositata nel database GenBank, e a breve anche il virus sarà reso disponibile per la comunità scientifica internazionale.

Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’INMI, osserva che “l’isolamento del virus permetterà di migliorare la risposta all’emergenza coronavirus, di conoscere meglio i meccanismi dell’epidemia e di predisporre le misure più appropriate”.

«Qui da noi, nel nostro laboratorio, abbiamo già ottenuto risultati notevoli – ricorda Concetta Castilletti a Il Messaggero  – in passato abbiamo isolato il virus dell’’Ebola, lo Zika. Questa volta siamo stati rapidi, perché abbiamo iniziato a lavorare il 30, quando i due pazienti sono risultati positivi al test. Non è semplice, tra le precauzioni che vanno prese c’è il fatto che lavora in un laboratorio a pressione negativa, l’aria entra ma non esce.

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