CORFILAC: NON BASTA RATTOPPARE!

Le difficoltà sempre più marcate che investono il Corfilac non possono non interessare e non preoccupare il Distretto Produttivo Siciliano Lattiero Caseario che, in più occasioni, ed anche nei periodi di incomprensibile silenzio, ha sempre sostenuto l’essenzialità del Centro di Ricerca per la Sicilia e la sua utilità per i settori della zootecnia da latte e dell’Agroalimentare e per tutte le imprese interessate in tali comparti di fondamentale importanza per l’economia isolana e non solo. Dopo che per anni il Corfilac è stato un qualificato e qualificante punto di riferimento con competenze ed attività che dal piano regionale si sono diffuse e distinte e sono state apprezzate a livello nazionale ed internazionale, ora è costretto a rincorrere la politica,  a vivere con l’acqua alla gola ed incapace di proiettarsi in un futuro che per il ruolo ricoperto non può non esserci.

Se da un lato i produttori dei formaggi dop siciliani (in particolare il “Ragusano” ed il “Pecorino siciliano”) sono seriamente e motivatamente preoccupati per i problemi che, nonostante la disponibilità e l’impegno del personale addetto (ancorchè non retribuito),  incominciano a registrarsi per la marchiatura e la registrazione delle loro produzioni, dall’altro si rimane nella convinzione che il Centro non può essere salvato limitando gli interventi alla sola retribuzione del personale oltretutto in grave ed intollerabile ritardo !  Il Distretto in più occasioni si è dichiarato disponibile a confrontarsi con chi amministra l’Ente e col Governo della Regione per collaborare alla indispensabile riorganizzazione del Corfilac puntando su obbiettivi, utili e produttivamente apprezzabili,  tali da poter incrementare l’attività mettendo a frutto le varie professionalità presenti e tutte le attrezzature, di non indifferente importanza, di cui il Centro è dotato a seguito di enormi investimenti che chiaramente non possono e non debbono andare perdute.  Non è possibile che, come avviene ormai da anni, si devono rincorrere soluzioni improvvisate che alla fine si rivelano insufficienti e prive di progettualità. Al personale vanno garantiti gli stipendi per dare a ciascuno la tranquillità che merita per poter lavorare meglio e nella consapevolezza che il lavoro deve essere concretamente  produttivo per il Corfilac, per il territorio e per la stessa Regione.  Ed è in questa logica che, oltre al resto, bisogna, da subito,  interrogarsi sul perché l’attività del  laboratorio ha subito una sconsiderata e scoraggiante flessione? Perché la cacioteca (significativo richiamo di interesse nazionale ed internazionale, anche sul piano turistico oltre che economico e scentifico) non viene ripristinata e resa fruibile? Perché tante altre strutture del Corfilac non vengono utilizzate in relazione alle loro potenzialità? Perché non viene incoraggiato l’ulteriore e produttivo utilizzo del Caseificio sperimentale ? Perché non concentrarsi di più sui progetti per i quali è possibile accedere ai vari Fondi Comunitari?

Il Diprosilac non può non essere a fianco e a sostegno della vertenza in corso e che vede impegnati i dipendenti nella giusta rivendicazione per essere retribuiti, ma è pronto altresì a collaborare,  al meglio ed al massimo, perché (senza volontà alcuna di fare processi a chicchessia ma nell’interesse del Centro e del Territorio) siano date idonee e definitive risposte agli interrogativi di cui sopra.

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