È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
CONTROLLI SICUREZZA ALIMENTARE
06 Mag 2016 13:36
Nelle ultime ore due importanti operazioni da parte delle forze dell’ordine e degli organi preposti ai controlli sulla sicurezza alimentare e alla regolarità del lavoro hanno interessato il comparto agricolo del vittoriese. Facciamo un plauso, ancora una volta, alle forze dell’ordine per queste ultime azioni condotte .
Nel primo caso sono stati scoperti, all’interno di un magazzino di commercializzazione, prodotti senza una legale e trasparente tracciabilità. Questo problema apparentemente molto diffuso fa emergere con forza alcuni limiti del comparto agricolo: concorrenza sleale, scarsa tracciabilità dei prodotti e mancanza di una vera garanzia di certificazione della qualità. Questi fattori penalizzano fortemente le nostre produzioni nell’ambito della commercializzazione ed espongono i prodotti, soprattutto a livello della produzione, a qualsiasi speculazione di filiera indebolendone la competitività e il potere contrattuale nei confronti della grande distribuzione organizzata.
La crisi dei prezzi, oggetto di mobilitazioni a più livelli in questi ultimi mesi, ha messo in luce, ancora una volta, le problematiche strutturali del comparto agricolo della fascia trasformata. In una situazione ormai di competizione a livello internazionale, l’unica via d’uscita è rappresentata da una politica produttiva che punti ad una rigorosa tracciabilità, alla qualità certificata dei prodotti e al tempo stesso ad una aggregazione dell’offerta attraverso qualificate azioni di associazionismo e cooperazione.
Invece il movimento degli ultimi mesi, con a capo i Sindaci ha indirizzato le rivendicazioni in tutt’altra direzione enfatizzando il problema della concorrenza dei prodotti extra UE e chiedendo addirittura la perequazione del costo del lavoro con quello dei Paesi concorrenti del Nord Africa, richiesta spregiudicata e folle.
La politica deve svolgere un ruolo centrale a partire da una seria considerazione del fatto che il nostro comparto agricolo deve cambiare e svilupparsi in direzione di una maggiore qualità delle produzioni, e battersi ai livelli nazionali ed europei affinché i fondi stanziati siano utilizzati per questi obiettivi. Le nostre produzioni hanno per ragioni climatiche e storiche particolari una maggiore qualità rispetto a quelli dei paesi concorrenti comunitari e non. Questa qualità va accresciuta, tracciata e certificata e nel contempo promossa in ambito europeo e non solo.
Per questo occorre garantire prima di tutto la legalità, a difesa della parte sana del comparto e delle aziende che già operano legalmente e si impegnano per portare avanti produzioni di qualità con ottimi risultati nell’ambito della commercializzazione, nel rispetto generale delle regole e del trattamento dei lavoratori. Infatti l’altra grande piaga del comparto riguarda le condizioni del lavoro, sia a livello della produzione che nell’indotto ( magazzini, mercato ortofrutticolo, etc).
L’ultima operazione della polizia ha fatto emergere ancora una volta il problema del lavoro nero e irregolare in agricoltura ai danni di braccianti stranieri e italiani. Una piaga che da tempo denunciamo e che combattiamo attraverso strategie di contrasto al fenomeno come il sindacato di strada in sinergia con partener impegnati sul fronte della tutela sociale dei “nuovi schiavi”, in primis Caritas. Il nostro territorio è ormai una terra dove lo sfruttamento colpisce tutti a livelli diversi, stranieri e italiani. Da una parte gli stranieri costretti a condizioni di lavoro e di vita spesso caratterizzati da una totale invisibilità nelle campagne in condizioni di degrado assoluto, e dall’altra gli italiani costretti ad una guerra fra poveri il cui risultato è sempre la maggiore riduzione del salario e dei diritti a 360°. Una situazione ormai socialmente insostenibile . La Flai-Cgil ha per questo proposto che l’attuale discussione in Senato sul Decreto Legge contro il caporalato tenga conto più in generale delle situazioni di sfruttamento diffuso nel comparto. Il caporalato è un problema che poco riguarda il nostro comparto, da noi l’emergenza è lo sfruttamento del lavoro, la violazione dei diritti normativi contrattuali, il peggioramento delle condizioni lavorative.
Occorre attivare realmente concreti strumenti normativi e iniziative come quella della Rete Nazionale del lavoro agricolo di qualità, in grado di incidere come fattori di deterrenza. La nostra azione non si ferma, ma siamo convinti che bisogna intervenire a livello Istituzionale affinché possa determinarsi un cambiamento, partendo dal funzionamento degli organi di controllo primi fra tutti gli Ispettorati del Lavoro, ormai quasi azzerati dalle scelte politiche nazionali e regionali e l’ Inps.
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