CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO: UN DECRETO LEGGE CRITICATO SENZA LA NECESSARIA CONVINZIONE

La libera Associazione per il lavoro e per i diritti Articolouno Ragusa, protesta con una dura nota riguardante l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legge circa i contratti a tempo determinato presentato Mercoledì 12 Marzo.

Fulcro del decreto l’aumento della durata massima dei contratti a tempo determinato senza causale da 12 a 36 mesi.

Attualmente il contratto prevede che il lavoratore venga assunto a tempo determinato nel caso in cui siano presenti “fondate ragioni” che lo rendono necessario (lavoro stagionale, sostituzione dei lavoratori assenti, esecuzione di un’opera straordinaria e occasionale). La legge prevede anche l’assunzione chiamata “acausale”, applicabile solo nel caso in cui la durata non superi i 12 mesi e dovrà essere il primo contratto per il lavoratore assunto.

Il decreto legge introdotto mercoledì scorso, mira alla modifica della durata di questo tipo di contratto aumentandola fino a 36 mesi con una limitazione per il datore di lavoro, il quale non potrà avere più del 20% della sua forza lavoro assunta con questo tipo di contratto, salvo deroghe previste dalla contrattazione nazionale. I contratti inferiori a 36 mesi, invece, potranno essere rinnovati di volta in volta fino a raggiungere i tre anni.

Un datore di lavoro potrà comunque stipulare fino a otto contratti a tempo determinato, di durata molto breve per poi interrompere la collaborazione prima di dover fare il contratto necessario per coprire il tempo restante al raggiungimento dei tre anni, destabilizzando sempre più la già difficile situazione occupazionale italiana.

Trasformazioni che peggiorano la situazione del lavoratore, come la destrutturazione dell’art. 18, secondo cui è oramai possibile licenziare il lavoratore senza giusta causa o l’innalzamento spropositato dell’età pensionabile.

Riforme che, secondo l’Associazione Articolouno, hanno colpito il cuore del sistema di protezione sociale del lavoro. Tutto a discapito della gente comune, dei lavoratori abbandonati a se stessi.

Una nota che spinge alla riflessione su quanto sta accadendo, ritrovare quella forza popolare, democratica e consapevole per la costruzione di un nuovo fronte di opposizione sociale, libera e autonoma a tutela delle nostre vite e di quelle, sempre più rischio, dei nostri figli.

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