CONTINUANO LE AGGRESSIONI NEI CONFRONTI DEI MEDICI. SOLO NELL’ULTIMO MESE TANTI SPIACEVOLI EPISODI

RAGUSA – Le cronache ci stanno purtroppo abituando a registrare continue aggressioni nei confronti dei medici. Ieri si è registrata l’aggressione a due medici a Palermo, qualche settimana fa quella ad un medico al pronto soccorso a Catania, e andando indietro nel tempo, vi è stata l’aggressione verbale, anche sui social, del medici del pronto soccorso dell’ospedale civile “Santa Maria della Pietà” di Nola “rei” di aver curato i pazienti distesi sul pavimento del reparto in quanto non c’erano posti letto. Come se tale carenza dipendesse da loro. Tante vicende che vedono, ob torto collo, i medici protagonisti involontari e al tempo stesso vittime di aggressioni fisiche e non solo, che a nostro giudizio sono assolutamente da censurare. La vicenda di Nola lascia l’amaro in bocca soprattutto perché non è certo per un capriccio dei medici in servizio che si sono fatti accomodare a terra i pazienti da curare. Anzi proprio i medici stavano svolgendo il loro lavoro come sempre con impegno e dedizione e sembra dunque assurdo ed eccessivo che siano stati sospesi. Una vicenda che ha creato commenti tra i più disparati all’interno di un dibattito che di certo non è distensivo, soprattutto perché quei medici hanno lavorato in condizioni inammissibili ma utili a prestare i primi soccorsi ai pazienti. Il Comitato Centrale della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, è intervenuto sulla vicenda chiedendo naturalmente la revoca dei provvedimenti di sospensione e contestando le accuse ricadute sui medici che stavano piuttosto facendo il loro lavoro, definiti “eroi” dalla stessa ministra Lorenzin. Se non ci sono posti letto e i pazienti sono costretti a doversi “accomodare” a terra, non c’è certo colpa dei medici che stavano prestando le cure. “Latitare sulla necessaria concertazione delle scelte strategiche in sanità, rincorrere ad ogni costo il risparmio piuttosto che l’efficienza e l’equità dell’assistenza, smantellando pezzo dopo pezzo l’offerta pubblica e universalistica del Servizio Sanitario Nazionale – si legge nella nota della Federazione – dà la misura di una politica che nasconde la propria inadeguatezza, additandone i responsabili nei medici. Medici che, anche in condizioni estreme, non rinunciano comunque a prestare assistenza, ben consapevoli del degrado in cui sono costretti incolpevolmente ad operare. Ormai continuare a tacere è essere complici. E noi, anche se dotati di grande senso di responsabilità verso i nostri pazienti e la sanità tutta, non vogliamo in alcun modo essere complici”. Una situazione grave che testimonia il grande sforzo quotidiano che il personale sanitario di molte strutture italiane, come nel caso di Nola, affronta ogni giorno per assicurare un servizio ottimale ai pazienti. “Siamo vicini ai nostri colleghi e a tutta la categoria – commenta il dott. Salvatore D’Amanti, presidente dell’Ordine provinciale dei Medici di Ragusa – e siamo fiduciosi che tutta la vicenda avrà una risoluzione positiva per i medici coinvolti e soprattutto per i pazienti, la cui salute resta la nostra prioritaria preoccupazione. Da contestare, naturalmente, anche le aggressioni fisiche avvenute di recente in vari ospedali italiani, probabilmente causate anche dall’esasperazione dei toni e dai processi mediatici nei confronti dei medici di certo non responsabili dell’amministrazione della sanità. Come Ordini dei medici siciliani abbiamo già deciso di costituirci parte civile nei processi che coinvolgono il personale medico e paramedico degli ospedali siciliani vittime di aggressioni verbali e fisiche”.

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