È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
Continua la penalizzazione dei produttori onesti
20 Ago 2010 19:49
A distanza di 25 anni dall’introduzione del regime delle quote latte continuano le discussioni e i malcontenti dei produttori lattiero-caseari. Dopo lunghe attese è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il decreto legge che regolamenta la ripartizione delle quote latte aggiuntive, che ha suscitato la preoccupazione e lo sgomento dei produttori onesti che hanno agito nella legalità rispettando le normative finora in vigore. Nel citato decreto si prevede una prelazione con rateizzazione per il pagamento delle multe degli sforatori, con una durata fino a 30 anni e tassi d’interesse fino all’8%. Palesemente il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Luca Zaia, per accordi politici, intende favorire gli “splafonatori”, vale a dire le aziende che in passato hanno sforato le quote loro assegnate per la quale il nostro Paese paga ingenti multe all’UE e casualmente insistenti quasi esclusivamente nelle regioni del Nord Italia. Le maggiori critiche riguardano i soggetti assegnatari delle quote latte aggiuntive, distribuite secondo le seguenti priorità: prima alle aziende che hanno subito il taglio della quota “B”, non presenti in Sicilia, poi agli “splafonatori” e infine a chi, pur di rispettare le regole e non pagare le multe ha affittato le quote da altri allevatori. Tale distribuzione, di fatto, penalizza gli onesti e quindi in particolar modo gli allevatori siciliani che, con la riforma del sistema lattiero-caseario introdotta con la legge n. 119/2003, hanno regolarizzato la loro posizione. A Bruxelles, dopo ampie discussioni, si è riusciti a raggiungere un risultato positivo, con l’attribuzione all’Italia una quota aggiuntiva di produzione di 600.000 tonnellate (pari al 5-6% circa dell’attuale quota nazionale, mentre nel resto dei paesi dell’UE è stato previsto un incremento dell’1% circa), sembra che a beneficiare di tali quote aggiuntive, saranno solo i produttori responsabili del superamento della quota nazionale di latte. Tale provvedimento, ha mobilitato il mondo agricolo organizzato che manifestando è riuscito a far correggere in qualche punto il testo. Ancora in corso sono le proteste da parte delle organizzazioni professionali, centrali cooperative, organizzazioni di produttori e delle Amministrazioni regionali, le quali, in una conferenza Stato-Regioni, hanno presentato un pacchetto di emendamenti al decreto che è stato sottoscritto da tutti i presidenti regionali. L’obiettivo è quello di poter apportare ulteriori modifiche migliorative al decreto ancora in corso di approvazione per la definitiva conversione in legge, in particolare, ci si aspetta che la ripartizione delle quote avvenga in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale in riferimento alla quantità di latte prodotto a livello aziendale, o meglio, a livello regionale. Già per la campagna 2008/2009 i produttori siciliani non hanno beneficiato della quota aggiuntiva del 2% assegnata all’Italia, perché ripartita tra chi era titolare di quota “B” e, pur riconoscendo al Ministro Zaia il merito di aver affrontato il problema, si evince tuttavia l’intendimento di procedere nella direzione di voler favorire chi ha rovinato il mercato nazionale anziché gli allevatori onesti della Sicilia. Ci si auspica che le proteste e le pressioni delle varie organizzazioni consentano di apportare ragionevoli modifiche al decreto, così da poter risolvere definitivamente il problema delle quote latte e iniziare ad affrontarne altri altrettanto seri che attanagliano il comparto, come ad esempio l’indicazione sull’origine dei prodotti. E’ importante far sapere al consumatore che bere il latte prodotto nelle nostre stalle è certamente sicuro perché sottoposto a diversi controlli mentre questo non si può dire per il latte proveniente dai paesi dell’est d’Europa. (Martina Celestre)
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