È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
Condizioni disumane in alcune campagne. La Flai Cgil denuncia situazioni inverosimili al limite della schiavitù
08 Giu 2018 14:45
La Cgil e la Flai di Ragusa esprimono grande apprezzamento per l’operazione *Boschetari* contro il caporalato in provincia di Ragusa condotta dalla Squadra Mobile. In esecuzione di un decreto di fermo, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catania, la Squadra Mobile di Ragusa e il Commissariato di P.S. di Comiso hanno posto in stato di fermo 5 persone. Operazione che mira a colpire l’azione di intermediazione illecita di manodopera finalizzata allo sfruttamento lavorativo e alla prostituzione. Le persone coinvolte in questa operazione sono tutte di nazionalità romena, sia le vittime che i caporali, i quali, secondo quanto emerge dalle indagini reclutavano le vittime direttamente in Romania per portarle in Italia con la promessa di un lavoro dignitoso. In realtà, invece, le vittime venivano private di ogni possibilità di scelta autonoma rispetto al lavoro, senza avere mai nessun contatto con i datori di lavoro. Una intermediazione illecita a tutti gli effetti, quello che si definisce comunemente caporalato. I lavoratori si trovano di fatto ad affrontare “ *una dimensione paraschiavistica: oltre a non percepire nessuna somma di denaro per il lavoro prestato, venivano sottratti loro i documenti di identità; venivano mantenute in una condizione di totale isolamento sia dal paese di origine sia dal paese dove erano giunti; veniva, altresì, reso impossibile un autonomo ritorno presso il paese di origine perché in assenza di documenti e di denaro per pagare il viaggio nessuno avrebbe potuto scegliere di lasciare l’Italia” *(fonte Questura di Ragusa).
Siamo di fronte a fatti che riconducono alla tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento lavorativo e all’induzione alla prostituzione. Con questa operazione si irrompe dentro un fenomeno gravissimo che rappresenta uno dei maggiori fattori contemporanei di negazione della dignità degli esseri umani; la tratta. Fatto ancora più inquietante che tale circostanze si verificano nel nostro territorio nell’ambito del comparto agricolo che rappresenta l’elemento centrale della nostra economia, della storia di un territorio dinamico, delle battaglie del movimento bracciantile e contadino nel secondo dopoguerra che hanno contribuito ad affermare la democrazia. Dalle informazioni rese pubbliche inerenti questa operazione non emergono le responsabilità dei datori di lavoro coinvolti in questa vicenda. E’ chiaro che se si parla di caporalato e sfruttamento, deve esserci il coinvolgimento delle aziende dove queste persone hanno prestato lavoro. Da quando è in vigore la L.199 contro il caporalato e il grave sfruttamento lavorativo, gli elementi delle responsabilità sono definitivamente chiariti; si parla di caporalato come intermediazione illecita finalizzata allo sfruttamento lavorativo perpetrato dalle aziende. Si chiarisce, altresì, cosa s’intende per sfruttamento lavorativo attraverso l’enunciazione di alcuni indici, e cosa più importante la legge 199 considera centrale l’elemento di vulnerabilità delle vittime .
Per quest’ultimo aspetto confidiamo nel lavoro delle forze dell’ordine e della Magistratura affinché possano emergere tutti le responsabilità.
La Cgil a tutti i livelli continua nell’impegno contro lo sfruttamento a difesa dei più deboli, in questo caso dei lavoratori migranti, nella consapevolezza che difendendo gli ultimi si tutelano anche gli interessi di quelli che hanno condizioni leggermente migliori. In questi anni abbiamo assistito e combattuto contro il graduale abbassamento dei livelli salariali di fatto e dei diritti in quasi tutti i settori. Una condizione che riguarda anche i lavoratori italiani.
La colpa di tutto ciò è di fatto l’esistenza di un mercato del lavoro fuori dalle regole che costringe le persone ad una concorrenza a chi si offre al minor prezzo. Questo è inaccettabile, oltre che illegale, per un Paese civile come l’Italia. Servono sempre di più misure di contrasto contro questa gravissima deriva. Una condizione che non riguarda solo l’Italia ma anche, se pur con connotati diversi, tutti i Paesi della UE. A partire da questi elementi occorre costruire il futuro dell’Europa come spazio comune di pace, civiltà, diritti e dignità degli esseri umani.
Chiederemo inoltre l’impegno del Governo della Romania affinché s’incrementi l’impegno nel contrasto alla tratta in origine, agendo attraversò serie misure repressive e attraverso lo sviluppo di politiche sociali a sostegno della popolazione, con particolare riferimento alle donne, in estrema difficoltà.
Nei prossimi giorni, prenderemo contatto con gli organi inquirenti per attestare la presenza della CGIL all’interno dei relativi processi penali. E’ chiaro ed evidente che i beni giuridici, gli interessi sociali ed i diritti violati nelle vicende narrate coinvolgono il Sindacato quale ente che è preposto alla tutela della pluralità degli interessi lesi dai reati in questione.
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