È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
CONCORRENZA DEI PRODOTTI MAROCCHINI, TUNISINI ED EGIZIANI
28 Ott 2010 15:05
Ancora una volta ci troviamo a dover “denunciare” il grave stato economico degli Agricoltori Siciliani che, come altri agricoltori (vedi i pastori Sardi), non riescono più a portare reddito nelle proprie famiglie. La Politica tutta assiste inerme alla concorrenza sleale portata a danno degli agricoltori italiani dai Paesi emergenti Nord Africani (come Marocco, Egitto e Turchia ) e dai Paesi che sono da sempre nostri antagonisti (come Spagna e Olanda). Quest’invasione è sleale poiché produrre in questi Stati costa “molto meno”! Infatti, dal costo della manodopera ai contributi INPS, passando per i fertilizzanti, ai concimi, gli antiparassitari, il carburante e l’energia, hanno costi irrisori rispetto a quelli sostenuti dagli AGRICOLTORI Italiani. Ciò premesso, i loro prezzi di vendita diventano molto competitivi e di fatto buttano fuori dal mercato le produzioni del Meridione d’Italia. Nonostante sia arrivata la stagione invernale che solitamente faceva lievitare i prezzi di vendita degli ortaggi alla produzione, ancora oggi assistiamo a prezzi di vendita molto bassi, incapaci di coprire le spese e assolutamente lontani dal dare un reddito agli agricoltori, nonostante le produzioni continuano ad essere eccelse e di ottima qualità! La questione diventa ancora più grave considerando che il consumatore finale è costretto a comprare questi prodotti con un ricarico che sul banco della G.D.O. (grande distribuzione organizzata) supera talvolta anche il 500% !
Inoltre, il regime Fito-Sanitario “obbliga” i produttori Italiani a seguire “rigide” normative e tabelle per garantire la salubrità del prodotto e quindi la tranquillità alimentare del consumatore. Questi controlli, normali per i prodotti Italiani, non sono “garantiti” in tutto il territorio nazionale per i prodotti ortofrutticoli importati, poiché le dogane dei porti e delle frontiere dovrebbero essere dotati di laboratori atti ad analizzarne i residui fito-sanitari sugli ortaggi. Ci chiediamo: ma se le dogane sono carenti di personale, per svolgere l’ordinario, e assolutamente privi di attrezzature tecniche, come si può pensare a fare questi controlli necessari e di routine per gli altri Paesi ? L’On. Ministro Galan, dispensa dichiarazioni “rassicuranti” riguardo l’aspetto dei controlli, ma alle parole bisogna far seguire atti concreti e, per la verità, troppe e tante sono le parole ma nessun atto concreto è stato fatto! Inoltre, invitiamo anche l’Assessore Regionale all’Agricoltura D’Andrassi perché attivi “urgentemente”, senza perdere altro tempo, i controlli permanenti nei porti della Sicilia (Pozzallo, Catania, Palermo) e allo stesso modo pretenda che i controlli si effettuino in tutti i porti d’Italia, questo per garantire e tutelare i nostri agricoltori e i consumatori italiani. Come se non bastasse, gli agricoltori italiani subiscono un ulteriore “beffa” determinata dall’aliquota IVA.
Infatti, dalle piantine, al film plastico utilizzato per la copertura delle serre, ai concimi, ai prodotti fitosanitari, agli imballaggi, ai trasporti, all’energia elettrica e ai carburanti l’imposta sul valore aggiunto (IVA) applicata varia dal 10% al 20%, mentre alla vendita del prodotto, l’agricoltore riceve dall’acquirente solamente l’IVA del 4%. L’IVA che per tutte le attività commerciali è contabilmente classificata come “partita di giro” per l’agricoltore si trasforma in un ulteriore balzello fiscale che, non avendo tempi certi nella sua restituzione, di fatto diventa un ulteriore costo di produzione! Viste le sintetiche analisi sopra riportate, facciamo APPELLO all’On. Ministro e all’Assessore Regionale, ognuno per le proprie competenze, di adoperarsi con estrema celerità per attuare una politica di intervento a salvaguardia delle migliaia di imprese agricole siciliane ed italiane, riducendo sensibilmente i costi di produzione, adeguando l’IVA al 4% sia per gli acquisti che per le vendite, ed inoltre attuando controlli tramite le Dogane e per verificare la “forbice dei prezzi” dalla produzione ai banconi della GDO! Inoltre, chiediamo un intervento deciso anche sui costi dei Contributi INPS in Agricoltura. Non si contano più le imprese agricole che sono state costrette alla chiusura e a licenziare migliaia di dipendenti, che oggi sono privi di reddito e non riescono più a trovare un altro posto di lavoro visto che l’economia trainante della città è proprio quella agricola!
Sig. Prefetto, la situazione “sociale” nella nostra città è davvero molto grave. Infatti, mentre per i dipendenti delle fabbriche, presenti soprattutto nel nord del paese, esistono gli ammortizzatori sociali per i disoccupati, in agricoltura non è prevista alcuna forma di ammortizzatore a tutela del lavoratore e della famiglia del licenziato. Inoltre, in città serpeggia un disagio economico e sociale, di cui certamente anche Sua Eccellenza sarà a conoscenza, questo causa un fondato allarme e la preoccupazione che qualche agricoltore “disperato” potrebbe emulare le cruenti manifestazioni che stanno accadendo in Sardegna e che vedono i “poveri” pastori tragicamente protagonisti. Pertanto ci rivolgiamo a Sua Eccellenza perché si faccia parte diligente nelle sedi Istituzionali della grave crisi economica e sociale che stritola le nostre aziende agricole e le nostre comunità. La presente viene inoltrata alla Deputazione Nazionale e Regionale perché con convinzione creino strumenti legislativi e incidano con scienza e coscienza nelle scelte dei Governi a tutela delle comunità chiamati a rappresentare. (i.c.)
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