È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
CON O SENZA CRAVATTA
22 Feb 2015 10:35
Non vorremmo proprio che a noi comuni e normali cittadini rimanesse solo l’immagine, peraltro non consueta e consona al ruolo rivestito, di un capo di governo che gira in Europa senza cravatta non per divertirsi ma per cercare di sollevare le sorti economiche e sociali del suo paese che sta attraversando e vivendo un disagio sociale di elevata intensità.
Tsipras è senza dubbio un politico, seppure molto giovane, di indiscutibili capacità, ma si sta scontrando con un’Europa che gli ha concesso solo in teoria 120 giorni di dilazione del debito nazionale e pochi giorni per rappresentare le riforme sociali e strutturali che si intende nell’immediato avviare.
Le stesse evidentemente saranno vagliate ed esaminate attentamente e solo se ritenute valide potrà essergli concessa una dilazione nel pagamento del debito pubblico. Ma attuare le riforme significa scontrarsi con le categorie sociali che si ritiene siano privilegiate a fronte di milioni di cittadini greci in condizione di reale povertà.
La grande percentuale di voti che gli è stata assegnata potrebbe abbassarsi a favore di altro partito che non ama l’euro e le ragioni del suo mantenimento.
Da noi il capo del governo porta sempre la cravatta e veste in maniera sobria, ma caratterizza una politica sociale del tutto nuova e che ci dovrebbe fare risalire, sia pure lentamente, la china.
Che fosse qualcosa di più di un giovane politico alla ricerca di una poltrona magari ministeriale lo si intuì alla fine del 2012 quando perse le primarie contro Bersani e dichiarò di prendere atto della sconfitta ma di non accettare nessun eventuale incarico o premio di consolazione.
Evidentemente aveva già in mente un progetto politico di segno opposto ai leaders del suo partito e non appena ne diventò segretario e dopo primo ministro tenne a differenziare i suoi obiettivi distanziandosi, seppure non totalmente, dai sindacati stranizzando una buona fetta di parlamentari che non ricordavano che ciò fosse prima accaduto nel loro partito.
Ora è stato approvato il contratto di lavoro a tutele crescenti che i sindacati di certo non avrebbero mai sottoscritto e che vede sparire, sostanzialmente, il tanto discusso art. 18.
Per ciò far non può non avere preso in considerazione le esigenze operative dei datori di lavoro che, peraltro, esprimono buone e convincenti motivazioni stante che anche loro e quegli altri provenienti dall’estero non debbano essere considerati come non consapevoli delle difficoltà operative di natura casalinga che incontrano sia per il rispetto che il nostro paese deve osservare secondo gli inflessibili parametri europei
Gli oltre 300 milioni di cittadini che vivono nei 28 paesi della Comunità europea hanno, se non tutti, in comune una sola moneta e le loro democrazie interne devono rispettare i parametri essenzialmente di natura economica senza, peraltro, poter essere obbligati a pianificare una legislazione finanziaria scaturente da un solo organismo politico europeo che non esiste.
Se il premier senza cravatta avrà dei problemi nel suo paese che gli auguriamo di poter risolvere, nel nostro paese, i litigi interni forzisti hanno oramai visibilmente assunto un tale rilievo che non pare che possano acquietarsi per raggiungere quell’unità operativa di cui prima fruivano.
Sempre nel centro destra quel politico che pur senza cravatta indossa la felpa, in maniera alquanto propagandistica, raccoglie consensi puntando il dito solo sull’aspetto esterno del problema cercando di acquisire il contenuto e i contorni su un dato culturale istintivo e spontaneo che nutre una consistente parte di cittadini. E’ alquanto accattivante e fa presa, tanto per esemplificare, proporre una tassazione non superiore al 15 per cento. Ma appare più complicato andare a spiegare con dati obiettivi in che modo e misura possano essere salvaguardati e curati le esigenze operative delle categorie sociali e della struttura pubblica.
Solo nel prossimo quinquennio si prevede un consistente aumento del prodotto interno lordo, ma 5 anni sono un periodo alquanto lungo per dare certezza fondamentale ad un avvenimento che potrebbe essere ostacolato o ritardato da altri avvenimenti politici e storici che teoricamente ne possano ostacolare il loro verificarsi. Infatti, si dovrebbe votare fra 3 anni e non è affatto detto che ciò non possa avvenire prima o per obbligata necessità e convenienza di chi ora guida la macchina o per il verificarsi di fatti politici che non sono frutto di immaginazione.
Sindacati e quella fetta di parlamentari che sono considerati a sinistra del capo del governo potrebbero decidere, secondo loro, per scelta autonoma o perché obbligati a dare vita ad altra formazione politica e a questo punto la maggioranza traballerebbe. Ne è indizio non trascurabile che il giorno dopo l’approvazione del contratto a tutele crescenti si sono espresse valutazioni politiche decisamente contrarie e pare che un leader sindacale di non anonima statura voglia scendere in politica e sicuramente non fra 3 anni. I forzisti oramai palesamente hanno perduto la loro unità di intenti e fino ad un mese addietro il patto del Nazareno sembrava solido ed obiettivamente operativo. Aggiungasi che i pentastellati continuano nella sostanza a starsene fuori, forse in attesa di intervenire e scendere in campo quando gli altri giocatori fra loro in conflitto non dedicano di andarsene a casa.
Il quadro generale non è proprio il migliore da ciò conseguendone che l’essere senza o on la cravatta non è una notizia cui prestare attenzione.
Politicus
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