Comiso: confronto fra il settore parrucchieri, barbieri ed estetisti e amministrazione. Contrasto al lavoro abusivo porta a porta

Tavolo di confronto fra l’amministrazione comunale di Comiso con i rappresentati CNA del settore parrucchieri, barbieri, estetisti sulla gravissima situazione di crisi aggravato dal lavoro non autorizzato a domicilio. Il sindaco si è detta disponibile ad accettare un documento in cui i rappresentanti delle tre categorie debbano indicare le loro proposte e le misure entro cui una riapertura possa essere attuata nel più breve tempo possibile.

Insieme a Maria Rita Schembari, anchel’assessore alla Polizia Municipale, Dante Di Trapani e l’assessore al Commercio e sviluppo economico, Giuseppe Alfano, i quali hanno incontrato in aula consiliare, nel pieno rispetto delle norme sul distanziamento e indossando idonee misure di protezione individuale, un gruppo di artigiani del settore Parrucchieri/Barbieri/Estetisti, accompagnati dal responsabile locale della CNA, Andrea Distefano.

Gli operatori del settore hanno portato al tavolo del confronto la gravissima situazione di crisi che il loro settore sta attraversando, e che non trova prospettive di soluzione alcuna nell’immediato. E invece una pronta riapertura, sebbene nel rispetto di tutti i vincoli prescritti dalle autorità sanitarie, sarebbe l’unica cura nel cercare di rimediare anche se in parte al disastro economico conseguente per tutta la categoria dalla chiusura totale.

Il sindaco si è detta disponibile ad accettare un documento in cui i rappresentanti delle tre categorie debbano indicare le loro proposte e le misure entro cui una riapertura possa essere attuata nel più breve tempo possibile. Tale documento sarà sottoposto, di concerto con gli altri sindaci della Provincia a sua Eccellenza il Prefetto, nonché al vaglio del Presidente della Regione Siciliana.

I rappresentanti della categoria hanno altresì fatto rilevare quanto grave e dilagante sia il rischio del lavoro non autorizzato a domicilio, che tanti stanno attuando, in spregio a tutte le norme vigenti, e alle più elementari regole sanitarie. I lavoratori a domicilio, non solo contravvengono le norme contro il lavoro sommerso, ma sono, ancor più di chi opererebbe in sicurezza all’interno dei propri saloni di bellezza, possibili veicoli di contagio diffuso.

Per contrastare questo fenomeno, sono stati promessi maggiori controlli su tutto il territorio comunale e sanzioni non solo per gli operatori abusivi, ma anche per gli utenti.

 

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