CLANDESTINI SBARCATI A POZZALLO. NIENTE SCAFISTI. NIENTE MANETTE. ASILO POLITICO PER TUTTI.

 Clandestini in cerca di libertà. In fuga da guerre e persecuzioni. Da inenarrabili violenze morali e fisiche. Questo il biglietto da visita dei 130 somali ed eritrei accolti presso il Palazzetto dello Sport di Pozzallo. Che vale come certificato particolare. Che attesta trattarsi di rifugiati aventi diritto ad asilo politico. Da accogliere ed assistere, dunque, nel rispetto di accordi e leggi umanitarie. E non solo. Perché  nessuno può immaginare di ritenersi tranquillo a casa sua finché una parte consistente del pianeta, abitata uomini, donne e bambini meno fortunati di noi,  continuerà ad essere afflitta da guerre, fame, persecuzioni, barbarie. Niente manette questa volta per gli scafisti di turno. Che, ad un certo punto, dalla nave madre, avrebbero scaricato su due gommoni la “merce” imbarcata in un porto libico. Ancora una volta “sorprendente” il comportamento dei militari maltesi. Chiaro al riguardo l’amaro sfogo dei componenti gli equipaggi delle nostre motovedette. “La convenzione Sar – dicono – impone a chi porta una divisa l’obbligo di soccorrere ed assistere le persone in mare, senza alcuna distinzione tra nazionalità o stato giuridico. Per quanto ci riguarda, finché ci saranno vite umane da salvare, noi faremo sempre e comunque il nostro dovere. Che è quello della prima assistenza e dello sbarco dei naufraghi in un luogo sicuro. Scattato l’allarme – aggiungono – abbiamo incrociato i due gommoni con a bordo i clandestini, a circa 25 miglia a sud di Pozzallo, scortati da due motovedette maltesi. Fatta la “consegna” le unità navali hanno regolarmente preso il largo. Eppure la convenzione Sar vale anche per i militari maltesi. Che avrebbero dovuto scortare i due gommoni in un porto del loro Paese. Il mare calmo non significa nulla, ove si consideri che 60 o 70 persone a bordo di un gommone vecchio e logoro, possono finire in mare da un momento all’altro”. Intanto nella serata di venerdì 30 migranti sono stati trasferiti in un Centro di accoglienza. Ieri sei di loro sono stati accompagnati presso una comunità di Caltanissetta. Si tratta esattamente dei due bambini di pochi mesi e dei loro genitori.

                                           

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