Cinema Ragusa: non aprirà il Cineplex il 15 giugno. Ferrero: “Finché non cambiano il decreto”

Il Cineplex di Ragusa potrebbe non aprire il 15 giugno. Anzi se ne parlerà forse a luglio. Lo dice il suo proprietario, Giorgio Ferrero, direttore dei Ferrero Cinemas (34 schermi, tra cui quelli del celeberrimo Adriano di Roma, tra la capitale, Bologna, Ragusa, Padova e Pontedera) nonche’ vicedirettore di Anec Lazio. Spiega il perché all’agenzia di stampa Agi: “Finche’ i cinema non torneranno a poter essere considerati luoghi di aggregazione anziche’ di paura come li ha resi il decreto che regola la riapertura del 15 giugno e’ impensabile ripartire, con tutta probabilita’ le nostre sale resteranno ancora chiuse”. Ferrero aspetta l’esito del confronto sulle revisioni chieste dalla filiera del cinema alle norme governative che regolano la riapertura dal 15 giugno, immediatamente definite “inaccettabili” dal punto di vista della sostenibilita’ economica e operativa dall’associazione nazionale degli esercenti. “I nuclei familiari dovrebbero poter sedere vicini, come del resto nei ristoranti – chiarisce – e non capisco perche’ si debba imporre la mascherina agli spettatori in un un luogo dove non si parla”. Per adesso c’e’ l’ipotesi di riaprire simbolicamente un solo cinema (“lo stiamo valutando, ma e’ improbabile”) e quella, piu’ fattibile, di dare il via ad arene e drive in targate Ferrero a Roma e non solo (“ci stiamo lavorando”).

Ma le sale Ferrero torneranno attive, spiega, con tutta probabilita’ “a fine luglio” in coincidenza con l’uscita italiana, appena annunciata, del film Disney Pixar ‘Onward-Oltre la magia’, finora bloccato dal coronavirus. “Non ci sono, per ora, altre uscite certe. Misure igieniche previste dal Dpcm a parte, chi ha pensato di poter riaprire i cinema il 15 giugno, non ha tenuto conto dei tempi necessari ad immettere i film sul mercato, a partire da quelli per la promozione – fa notare Ferrero sempre nell’intervista all’Agi – e neanche del fatto che a giugno molte monosale vanno in ferie, per riaprire a fine agosto”. Ferrero giudica economicamente inaffrontabili le norme di distanziamento previste dal Dpcm, che limita a 200 il numero massimo di spettatori consentiti in una sala al chiuso: “Nella sala piu’ ampia dell’Adriano, quella da 480 posti, potrebbero entrare al massimo 140 persone”.

L’obbligo di igienizzare le poltrone e di aerare le sale dopo ogni spettacolo poi, chiarisce, sottrarrebbe del tempo alle proiezioni: “Se per tutta l’operazione si impiegassero anche soltanto dieci minuti si dovrebbe sacrificare uno spettacolo quotidiano”, spiega ancora all’Agi, chiarendo che anche quando a scombinare tempi e regole non era arrivato il coronavirus, con la pubblicita’ pre-proiezione i tempi erano gia’ molto stretti. “Se riaprire le sale puo’ servire per rimettere in moto il mercato va bene, anche con un business a perdere – conclude – ma se quando lo faremo i nostri cinema saranno ancora visti come luoghi di paura, temo che potranno arrivare anche i fallimenti”.
foro di repertorio di Andrea Mangano

 

 

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