Continua a crescere la curva dell’influenza in Italia. Nell’ultima settimana monitorata dal sistema di sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, sono stati registrati oltre 816 mila casi di sindromi respiratorie acute, quasi 100 mila in più rispetto alla settimana precedente. Un dato che conferma l’accelerazione della stagione influenzale e l’aumento della pressione sui servizi sanitari. […]
Cimitero di Modica a due velocità: sterpaglie, incuria e dignità negata: lo sfogo di una cittadina
11 Giu 2025 09:32
Un grido che nasce dal dolore, ma si fa voce civile è la denuncia accorata, firmata da una cittadina modicana, Graziana Stracquadanio, che ha scelto la forma della lettera aperta per condividere una realtà tanto amara quanto visibile: le condizioni di degrado in cui versa una parte del cimitero comunale di Modica. Un testo che chiama in causa non solo l’amministrazione comunale e la ditta affidataria della gestione del cimitero – la Zaccaria, con un appalto venticinquennale – ma l’intera comunità cittadina, invitata a non girare più lo sguardo altrove. “Ci sono zone dove è difficile persino trovare la tomba dei propri cari”, scrive la Stracquadanio. “Fotografie coperte dalle erbacce, lapidi sommerse, sterpaglie ovunque. In quelle aree sembra quasi che i morti non abbiano più diritto neanche alla memoria.” A suscitare maggiore amarezza è il contrasto stridente fra le aree più curate – pulite, ordinate, dignitose – e quelle trascurate, come se esistessero defunti “di serie A” e altri di “serie B”, in base al tipo di sepoltura o alla possibilità economica delle famiglie. Un tema delicatissimo, che tocca non solo la sensibilità personale, ma anche la tenuta morale e sociale di una città che non può permettersi di abbandonare i propri simboli più sacri.La questione solleva un interrogativo profondo: è possibile accettare che anche nella morte si perpetuino disuguaglianze sociali?







Graziana Stracquadanio non si limita a lamentarsi, ma rivolge un appello accorato: “Non possiamo più tollerare che la dignità dei nostri defunti venga calpestata dall’indifferenza o subordinata a logiche di mercato. La cura di quel luogo non può essere opzionale, ma doverosa.” Il cimitero – luogo della memoria, del raccoglimento, della riconciliazione con l’assenza – non dovrebbe mai trasformarsi in un simbolo di trascuratezza e sperequazione. La morte, ci ricorda la lettera, dovrebbe essere l’unico momento davvero democratico dell’esistenza. Se cominciamo a distinguere anche lì chi merita rispetto e chi no, significa che qualcosa si è spezzato – e non nei bilanci, ma nel cuore della nostra civiltà.
© Riproduzione riservata