CHIAVOLA: “ECCO PERCHÉ HO VOTATO CONTRO IL REGISTRO DELLE UNIONI CIVILI”

“Per evitare speculazioni politiche e fraintendimenti di sorta, è opportuno che chiarisca, ancora una volta, le ragioni che mi hanno spinto a votare no al registro delle unioni civili nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale”. A dirlo è Mario Chiavola, consigliere di Megafono, movimento politico che, in più di una occasione, si è espresso a favore dell’istituzione del suddetto registro. “Non ho problemi – continua Chiavola – a chiarire che sono favorevole al registro in questione e che, però, non si poteva non considerare l’accorata richiesta di approfondimento proveniente da oltre cinquecento cittadini che sono stati messi davanti al fatto compiuto. Qualcuno controbatterà che il tempo c’era, dai mesi scorsi sino ad ora, per attivare tutti gli approfondimenti del caso. Io, però, sostengo che non è stato fatto il possibile, soprattutto da parte dell’Amministrazione comunale e soprattutto se si considera il chiaro indirizzo che era stato fornito nel corso di una riunione della prima commissione, per consentire un pieno dibattito tra le varie anime della nostra cittadinanza rispetto alla definizione di un percorso che ci avrebbe permesso di affrontare da differenti punti di vista un problema scottante che non poteva essere liquidato soltanto con una seduta d’aula ma che, secondo me, avrebbe dovuto essere individuato come un percorso di condivisione e partecipazione. Ecco perché, a quel punto, confrontandomi anche con i vertici del mio movimento politico a livello locale, ho ritenuto opportuno contestare non l’istituzione del registro ma le modalità con cui si è arrivati alla votazione. Del resto, così come non hanno mancato di rilevare altri, che fretta c’era? Cosa sarebbe cambiato se alla votazione si fosse arrivati magari tra un mese? Avremmo perso chissà quali possibilità? Ogni parte della nostra comunità cittadina – continua Chiavola – aveva il diritto di potere essere sentita e di potere esprimere sino in fondo il proprio parere. A nulla vale che la maggioranza abbia più volte ripetuto che dopo l’approvazione si sarebbe provveduto a spiegare alla città che cosa era stato votato. Quello era un percorso che bisognava espletare prima. Davvero un peccato. Perché abbiamo perso un’opportunità, quella di rendere Ragusa ancora più aperta al confronto e al dibattito, invece di dare l’impressione che decisioni importanti si assumono in strettissime riunioni di persone”.                                                                      

                                                                   

 

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