Chiaramonte, troppi debiti: in vendita l’ex albergo La Pineta, il mercato ortofrutticolo e i lotti della zona artigianale

Vendere l’ex albergo La Pineta, i lotti inutilizzati della zona artigianale. Vendere persino il mercato ortofrutticolo di Roccazzo, realizzato venti anni fa e mai entrato in funzione.

Sono queste alcune delle misure che serviranno a ripianare i debiti del comune di Chiaramonte Gulfi. Un comune che, con 8,5 milioni di debiti accertati, rischia il tracollo finanziario e il dissesto.

Il piano di riequilibrio finanziario

Per evitarlo, l’amministrazione guidata da Mario Cutello ha lavorato a lungo per predisporre un piano di riequilibrio finanziario ed evitare così la dichiarazione di dissesto. A giugno, il comune ha aderito alla procedura di riequilibrio finanziario e da quel momento sono state avviate tutte le procedure. Per primo, la dismissione di alcuni beni di proprietà dell’ente, che potranno essere venduti o concessi in affitto, in modo da garantire un introito per le casse comunali.

Si vende il mercato ortofrutticolo di Roccazzo e i lotti della zona artigianale

Si farà così – probabilmente – per il mercato ortofrutticolo di Roccazzo, una struttura che ad oggi rappresenta una piccola cattedrale nel deserto. Deserto appunto: mai utilizzato. Un’altra delle tante opere realizzate con finanziamenti regionale, ma inutile per il territorio.

Stessa procedura per i lotti inutilizzati della zona artigianali: anch’essi andranno messi a reddito.

Si vende l’ex albergo La Pineta. Ma non ci sono acquirenti

Discorso a parte per l’dx albergo La Pineta che il comune ha acquistato da privati più di vent’anni fa, quando la struttura, in auge negli anni 80 e negli anni 90, aveva già chiuso i battenti. Da allora, i numerosi tentativi di riutilizzarlo o di destinarlo ad altro (si era ipotizzato persino la vendita all’ex provincia regionale per ospitare la sezione dell’Istituto Alberghiero) si sono infranti miseramente. L’ex albergo giace nel degrado né si intravvede un futuro per esso. In questo caso la procedura di vendita è un terno al lotto: chi potrà acquistarlo?

E mentre ipotizza di venderlo il comune continua a pagare le rate del mutuo che ne ha permesso l’acquisto. Il comune cioè non ha ancora saldato il conto aperto per l’acquisto e non lo ha mai utilizzato. Certamente non un “buon affare”.

Salvatore Nicosia: “Abbiamo calcolato i debiti. Ci attende la parte più difficile”

Il piano di riequilibrio è stato curato dalla dirigente del settore finanziario, Samantha Agosta e dallo studio Scandurra di Catania, cui l’ente ha affidato la consulenza per l’esame reale della situazione finanziaria, la quantificazione dei debiti e per avviare la procedura di risanamento dell’ente.

«Questo lavoro ci impegna fin dal nostro insediamento – spiega l’assessore ai Servizi Finanziari Salvatore Nicosia – ora ci attende la parte più impegnativa. Stiamo contattando tutti i creditori per concordare con loro un piano di rientro e quindi un pagamento dilazionato. Al contempo, cercheremo di verificare tutte le somme dovute e di quantificare con esattezza la massa passiva. Sono le procedure che la legge ci impone e che completeremo entro 90 giorni. Poi il Piano dovrà essere inviato al Ministero dell’Interno, Dipartimento Finanza locale e alla Corte dei Conti per l’approvazione. Il nostro obiettivo è riuscire a risanare l’ente in 15 o 20 anni. E dobbiamo essere bravi, ovviamente, a mantenere gli impegni e a pagare negli anni le somme dovute».

Un impegno che ipotecherà anche l’attività delle future amministrazioni. Un impegno gravoso e non da poco. Ma l’unica strada percorribile per evitare il dissesto.

L’asilo nido sarà gestito da privati

Per contenere i costi si cercherà anche di esternalizzare il servizio di asilo nido. La ditta che si aggiudicherà il servizio dovrà coadiuvare le famiglie anche per le pratiche del “bonus asilo nido”. «In questo modo – aggiunge Salvatore Nicosia – potremo liberare sette unità che oggi lavorano all’asilo nido e che potranno supportare gli uffici comunali. Un altro nostro problema è la penuria di personale: molti sono andati in pensione e non c’è stato un adeguato ricambio».

E se avvierà il piano di riequilibrio il comune non potrà, nell’immediato, indire i concorsi. Potrà farlo solo se espressamente autorizzati dagli uffici del ministero.

Per Chiaramonte, ancora anni bui e un futuro difficile. Con la consapevolezza di essere a una svolta.

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