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Chiaramonte, colpo di scena: non passa la mozione di sfiducia contro Gurrieri.
10 Gen 2022 21:27
E’ stato certamente un consiglio comunale con colpo di scena finale quello che si è svolto oggi pomeriggio a Chiaramonte Gulfi. Unico punto all’ordine del giorno, la mozione di sfiducia al sindaco di Chiaramonte, Sebastiano Gurrieri. La mozione, incredibilmente, non è passata, nonostante il voto di 8 consiglieri, pari ai 2/3 del consiglio.
Si parte con la dichiarazione d’indipendenza del consigliere Dario Giardina, prima facente parte delle fila di Gurrieri, oggi firmatario della mozione. Viene poi letta la mozione in aula: fra le motivazioni addotte dalle opposizioni, le spese sproporzionate da parte dell’amministrazione, il programma politico non svolto, la gestione dei rifiuti, la mancata partecipazione ai bandi, l’inadeguatezza della rete viaria.
Subito dopo prende la parola il sindaco, il quale difende il suo operato e avverte sui pericoli di un commissariamento a sei mesi dalle elezioni. Inoltre, ricorda alle opposizioni come il Tar ha già dato torto a questi ultimi sulla questione bilancio e infine annuncia pure la sua candidatura alle prossime elezioni.
I consiglierie Cutello, Ballato, Lancia, Pavone, Presti, Gurrieri, Garretto e Giardina votano la mozione. A questo punto la decandenza sembrava cosa fatta, ma in realtà la segretaria comunale, dopo essere stata interpellata per un parere legale dal presidente del consiglio Alessia Puglisi, citando la legge regionale 35/1997 e successive modifiche e integrazioni e la legge regionale n.6/2011 e la circolare n. 6 del 12 marzo 2012 dell’assessorato delle Autonomie Locali della Funzione Pubblica dipartimento delle Autonomie Locali della regione siciliana, oltre al regolamento del consiglio comunale, art. 78, evidentemente avendo effettuato degli approfondimenti, dichiara non valido il quorum.
In parole povere, secondo gli ultimi orientamenti giurisprudenziali, a quanto dice la segretaria comunale, nei comuni superiori a 10 mila abitanti sarebbero bastati i 2/3 dei consiglieri, mentre in quelli inferiori ai 10 mila, come Chiaramonte che ne ha circa 8 mila, occorre un quorum di 4/5 dei consiglieri, ovvero 10 consiglieri. Subito dopo, Puglisi scioglie il consiglio, in fretta e furia, non senza le vive proteste delle opposizioni che nel frattempo occupano l’aula consiliare.
Per le opposizioni, si tratterebbe di un atto illecito, mentre sulla regolarità di queste disposizioni la maggioranza non ha dubbi.
Foto: Giovanni Vivera
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