C’E’ UN PIANO?

Sempre in adesione di un principio politico operativo, peraltro oltremodo intelligente ed innovativo, i pentastellati non hanno inteso promuovere o aderire ad alleanze con altri partiti ciò costituendo, se l’avessero fatto, una direttiva del tutto diversa dal fine che si prefiggevano e si prefiggono consistente – per semplificazione espositiva –  nel raggiungere il tanto declamato “tutti a casa”.

I sondaggi ne enunciano una costante crescita perché si  rappresentano, per così dire casti e puri, con ciò incidendo profondamente nell’animo dell’elettore che giustamente s’indigna nei confronti di rappresentanti di altri partiti che molto spesso utilizzano per fini non propriamente pubblici i poteri o le influenze personali di cui dispongono.  Il successo del Movimento non è l’insieme dei voti dei suoi rappresentanti , quanto piuttosto l’adesione del votante a quel principio di onestà pubblica ritenuta nella coscienza di milioni di votanti per come non presente negli altri partiti e quindi meritevole di consenso. Ognuno ha detto la sua sulle dimissioni di Marino da sindaco  di Roma e per la verità il pd non si è proprio stracciato le vesti per  difenderlo. Le successive elezioni comunali la candidata Raggi ha vinto non solo al primo turno ma anche,  con alta percentuale di voti  che ha sfiorato il 70 per cento nel ballottaggio perché i partiti sconfitti al primo turno hanno preferito i pentastellati piuttosto che astenersi dal voto.

Eclatante ed imprevedibile risultato elettorale è stato quello di Torino. Fassino con il 46 per cento dei voti del primo turno di certo non credeva proprio che al ballottaggio si fosse verificato quanto accadeva a Roma. Ha vinto Chiara Appendono , già consigliera comunale.

Allo stato, talune turbolenze si stanno verificando nella giunta romana e tale situazione evidentemente non depone proprio a favore del Movimento 5 stelle. Le diatribe di certo finiranno presto perche se così non fosse la tanta declamata differenza di uomini e posizione politiche andrebbe a farsi benedire. Correrebbero, cioè, il rischio di essere considerati come tutti gli altri che loro hanno sempre disistimato politicamente rifiutando le ipotesi di alleanze. Rifiutarono un’intesa con Bersani e l’invito di partecipare alla giunta regionale pugliese su proposta del suo Presidente che aveva messo a disposi<ione un assessorato di un certo rilievo.   

Nella giunta romana possono essere commessi 2 errori entrambi politicamente micidiali per chi amministra e per chi è all’opposizione.

Il Movimento pentastellato, come del resto tutte le altre organizzazioni siano o non siano politiche, non è formato e composto da angeli discesi dal cielo, ma da persone che come noi chi più o di meno, ha qualche pregio e molti difetti. E in questa riflessione risulta molto adattabile il proverbio che così recita: “fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Fra i dirigenti pentastellati è del tutto normale che su diversi argomenti la si possa pensare in modo diverso.  Me se questa diversità di opinioni o di realizzazioni di fatti è costante e continua viene a perdersi quell’alone di purezza operativa che si rimproverava agli avversari. Allo stesso modo, errore madornale può essere quello degli oppositori politici che innescano diatribe anche su cose di poco conto riuscendo in tal modo a far apparire e diventare vittime e perseguitati gli avversari al potere politico amministrativo se entrando in una stanza non chiudono bene una porta o se la chiudono sono accusati di averla sbattuta.

Gli avversari politici – portando come esempio quello romano – devono poter dimostrare su fatti veri, concreti e reali, che gli amministratori al governo sbagliano, così come i governanti per non essere considerati, allorquando non basta solo parlare per attraversare il mare, solo dei puri e casti quando stavano solo con i piedi sulla spiaggia.             

La posta in gioco è molto alta perché, ovviamente, non riguarda solo l’amministrazione della città di Roma anche se la stessa per la sua rilevanza storica e politica sarà sempre oggetto di reseconto e commento nella prima pagina dei grandi giornali oltre che nei programmi televisivi.

Non dimentichiamo affatto che nel 2018 saranno celebrate le elezioni nazionali e già, sia pure non chiaramente intuibile da tutti, il candidato alla presidenza  dei pentastellati è già nella comune conoscenza e l’attuale capo del governo non pare proprio che intenda ritirarsi, stanco e affranto, a vita privata.

L’argomento potrebbe attirare – per quanto evidentemente possono valere – altre riflessioni. Ma quelle esposte se bene evidenziate per ora sono sufficienti.

                                                                                                          Politicus

 

 

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