Cassa Integrazione: Musumeci si scusa con tutti e si assume la colpa. Sui bonus ai dipendenti: “Fuoco di paglia, ma stiamo indagando”

Le iene e gli sciacalli non mancano mai. A torto o ragione, certamente, c’è chi non aspetta altro che l’avversario politico sbagli. E anche stamattina l’esordio del presidente Nello Musumeci durante la conferenza stampa che si è svolta in streaming da Palazzo Orleans è stato questo: ci sono i soliti sciacalli e le solite iene “diffusi in Sicilia”, facendo riferimento alla vicenda delle pratiche Cassa Integrazione in Deroga (CIG).

Insieme all’assessore Scavone, poi, ha parlato di ciò che è accaduto alle pratiche arenate e perché non si riesce a sbloccarle: “Chiedo scusa ai lavoratori. Sono centinaia quelli che aspettano – ha detto Musumeci – mi assumo per intero la responsabilità di quello che è accaduto”. La vicenda è nota: le pratiche che la Regione ha inviato all’INPS per il vaglio, su 40 mila circa, sono al momento 27 mila. Un ritardo sulla cassa integrazione in deroga che ha messo in ginocchio moltissimi lavoratori siciliani che aspettano risorse.

E sulle dimissioni di Giovanni Vindigni, dichiara: “Il direttore risponde sempre del mal funzionamento della sua struttura. Lasciatemi dire che probabilmente si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, essendo arrivato lì solo da poche settimane. Vindigni è persona perbene, è tornato a dirigere l’ufficio del lavoro di Ragusa ma, ripeto, la colpa è solo mia. E’ mia e di nessun altro”.

Insomma, un mea culpa che certamente va apprezzato, ma che comunque non risolve tutti gli interrogativi posti in queste settimane, soprattutto dopo la vicenda dei bonus: “Basta un codice fiscale che viene sistemato in modo errato e la pratica non viene accettata dal sistema. Stiamo lavorando per risolvere il problema”. Poi aggiunge “Per quanto riguarda la vicenda dei 10 euro a pratica, credo sia stato un fuoco di paglia e mi sembra di aver capito che questo accordo è stato sconfessato dagli stessi sindacati. Rispetto per i lavoratori e per chi li rappresenta. Disprezzo per chi invece vuole speculare sulle sofferenze dei cittadini. Sono orgoglioso del lavoro fatto fino ad oggi a sostegno della comunità siciliana, soprattutto quella particolarmente povera. Vi assicuro che stiamo recuperando e nel più breve tempo daremo serenità alle famiglie. Accade solo in Sicilia? No, è il sistema che non funziona in gran parte delle regioni. Sono 27.400 le pratiche espletate in questi 10 giorni su un totale di circa 40mila. In teoria siamo oltre il 50%, in pratica no perchè sono necessari altri due passaggi e l’Inps ha bisogno di altro tempo per le verifiche: è stata adottata una piattaforma sbagliata“. La colpa è del sistema informatico e certamente in parte è vero. Ma è solo questo il motivo? L’assessore Scavone, parla di operazione verità: “Per carità siamo partiti in ritardo ma abbiamo fatto le modifiche necessarie in tempo reale. E in ritardo, stiamo facendo muovere un pachiderma anchilosato”.

Ma per quanto riguarda le polemiche sull’ormai famoso accordo del 4 maggio, restituisce tutto al mittente e parla di “tranello giornalistico”: “A livello nazionale siamo stati aggrediti con un tranello giornalistico, mettendo alla berlina tutti. I lavoratori, 140 persone, hanno sempre fatto il loro dovere senza chiedere mai un’ulteriore risorsa.

Il collega Claudio Reale, il primo ad aver riportato la notizia su Repubblica dell’accordo e dei bonus, chiede (giustamente) quale sia questo tranello avendo fatto soltanto il suo lavoro. Scavone, risponde che probabilmente Vindigni ha peccato di inesperienza. Viene anche chiesto da altri colleghi se l’assessorato fosse al corrente di tale accordo e la risposta è che nessuno, nè la giunta, nè l’assessorato, ne era a conoscenza. Musumeci, a questo proposito, dichiara: “L’indagine sta andando avanti per capire se qualcuno non ha fatto il proprio lavoro”.

Scavone, conclude: “Vindigni ci ha detto che è stata soltanto sottoscritta una bozza e ha preso tempo con i sindacati dovendo approfondire la questione del contratto di lavoro. Io ho anche detto che secondo me non avrebbe dovuto dimettersi, ma è stata una sua scelta che alla fine ho accettato”.

La sensazione è che il dirigente Vindigni si sia trovato a gestire una questione complessa. Ma al momento l’unico che sta pagando il prezzo di tante inadempienze e di tutti i ritardi, è solo lui.

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