CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA ALLA GESIP

Nei giorni scorsi è stato firmato un verbale d’intesa fra il direttore generale del dipartimento lavoro della Regione siciliana, Anna Rosa Corsello e i rappresentanti di Confindustria, Cgil, Cisl, Uil, Cna, Confocoperative e Lega Coop. 

 

Dal verbale emerge che i dipendenti delle società a totale partecipazione pubblica sono esclusi dalla cassa integrazione in deroga, e ciò in linea con quanto stabilito dai governi nazionale e regionale – decreto interministeriale 46441/2009 (art.2) e accordo quadro regionale per gli ammortizzatori sociali in deroga (anno 2011) – che hanno previsto in modo univoco che la CIG in deroga può essere accordata solo alle imprese produttive e non a dipendenti di società a totale capitale pubblico. 

 

Nel suddetto verbale, inoltre, viene stabilito che le somme vanno liquidate in ordine rigorosamente cronologico: ad oggi sono disponibili circa 50 milioni di euro, fondi insufficienti per far fronte a tutte le istanze istruite per le aziende private. 

 

Confindustria, con le altre organizzazioni, ha chiesto di reperire ulteriori fondi per soddisfare le richieste presentate dalle piccole e medie imprese siciliane, almeno sino a quando la legge consentirà di fare ricorso a questo ammortizzatore sociale in deroga.

 

“Suscita pertanto non poche preoccupazioni – dichiara il Presidente di Confindustria Ragusa, Enzo Taverniti – la notizia che i 50 milioni a disposizione servirebbero per la vertenza GESIP. Noi siamo solidali con le famiglie e i lavoratori della GESIP, ma riteniamo che non possano e non debbano pagare le PMI siciliane e i loro dipendenti. Eventualmente, la Gesip dovrebbe rispettare la regola generale e mettersi in coda, visto che la richiesta è stata presentata solo il 20 settembre scorso.

 

Riteniamo che la vertenza GESIP vada affrontata su altri tavoli, direttamente con il Governo nazionale, e che i fondi destinati  per dare respiro, in questo momento di crisi, alle imprese ragusane e ai loro collaboratori siano utilizzati per questo fine. 

 

Occorre in ogni modo evitare che, con la vertenza GESIP, si possano aprire strade pericolose e senza sbocco con gli enti e le società a capitale pubblico.  

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