Case vacanze: affitti brevi penalizzazioni dalla nuova normativa regionale. “Ci facciamo male da soli”

La regione Sicilia, con il D.A. n. 1783 del 27/07/2022, ha introdotto il codice identificativo regionale “CIR”, un codice obbligatorio per tutte le strutture ricettive, alberghiere ed extra alberghiere ivi comprese le locazioni turistiche o affitti brevi. Lo scopo della normativa dovrebbe essere quello di contrastare l’abusivismo nel settore turistico. Il sistema di attribuzione del codice, per le strutture alberghiere ed extra alberghiere già censite dall’osservatorio per il turismo, è semplice ed immediato. La stessa cosa non si può dire per i proprietari delle locazioni turistiche regolari che prima di ottenere il CIR devono produrre una considerevole documentazione dell’immobile che fino a pochi giorni fa non era necessaria per concedere in affitto breve gli alloggi. Le tempistiche restrittive previste dal D.A. del 27/07/2022 potrebbero indurre molti proprietari delle locazioni brevi a dover sospendere la loro attività “non imprenditoriale” per tutto il tempo necessario a produrre la documentazione richiesta dalla regione e, solo successivamente, ottenere il codice identificativo regionale.
Riceviamo e pubblichiamo una lettera da un operatore locale.
“Il CIR è stato presentato dall’assessore al turismo Manlio Messina, come una rivoluzione nel settore turistico siciliano e come uno strumento di contrasto all’abusivismo. Pur comprendendo e condividendo le finalità del codice identificativo – afferma Massimo Garofalo proprietario di una locazione turistica a Modica – è evidente che i nuovi requisiti richiesti dall’oggi al domani per le locazioni brevi sono penalizzanti e rischiano di interrompere bruscamente l’attività di ospitalità fino ad oggi svolta nel pieno rispetto di tutte le leggi. Paradossalmente, anziché colpire chi opera abusivamente, si penalizzano i locatori onesti”.

“In pratica con la nuova normativa si pone l’obbligo ai proprietari delle locazioni turistiche – prosegue Massimo Garofalo – di produrre quei documenti che di solito sono necessari per avviare una struttura extra alberghiera “imprenditoriale”. Infatti, se per le strutture imprenditoriali è prevista la c.d. SCIA, per le locazioni turistiche la nuova normativa prevede, tra i vari documenti più significativi, l’abitabilità o SCA che racchiude in sé numerosi allegati tipici della SCIA come ad esempio: la relazione tecnica di asseverazione e agibilità; il certificato di collaudo statico o di regolare esecuzione delle opere strutturali; la dichiarazione sul superamento delle barriere architettoniche; le dichiarazioni di conformità/rispondenza degli impianti; la dichiarazione relativa al contenimento energetico ecc.”

“Ciò che lascia perplessi e disorientati – prosegue ancora Massimo Garofalo – è il fatto che questi nuovi adempimenti, cui sono tenuti i proprietari delle locazioni turistiche in tutta la Sicilia, sono state rese note solo pochi giorni fa dall’osservatorio regionale sul turismo anziché essere espressamente indicati nel D.A. del 27/07/2022. Tenuto conto dei termini strettissimi previsi per la richiesta del CIR, entro il 30 di settembre p.v., l’assessore Manlio Messina non ritiene opportuno prorogare i termini di qualche mese per consentire alle locazioni turistiche di adeguarsi? Non si ritiene eccessivamente penalizzante, per chi opera in regime non imprenditoriale, aver previsto una SCIA mascherata interrompendo di fatto gli affitti brevi per i prossimi mesi? Ed ancora, che senso ha richiedere le perizie asseverate degli impianti se già questi costituiscono parte integrante della Segnalazione Certificata di Agibilità?”

Se l’assessorato regionale al turismo non riconsidera i criteri per l’attribuzione del CIR alle locazioni turistiche – conclude Massimo Garofalo – si rischia, almeno per i prossimi mesi, di sospendere l’attività di migliaia di locazioni brevi in tutta la Sicilia con considerevole riduzione dei posti letto e conseguente riduzione drastica delle presenze di turisti stranieri nella stagione autunnale. Ospiti stranieri che, statisticamente, preferiscono soggiornare nelle case dei nostri centri storici. Sarebbe questo il risultato di una riforma che, anziché rilanciare il turismo nell’isola e contrastare l’abusivismo, lo priverebbe delle tanto contrastate locazioni turistiche regolari.    
foto di Annamos – pixabay

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